“Quanto a me, continuo a essere tra voi, come mi ha chiesto il Santo Padre e fino a quando egli vorrà. Camminiamo ancora insieme, con spirito di fraternità, dedizione, aiuto reciproco”: con queste parole il cardinale arcivescovo Giuseppe Betori ha concluso il suo intervento all’assemblea del clero, ieri all’eremo di Lecceto, secondo appuntamento dell’anno con i sacerdoti diocesani riuniti. Nella relazione, chiusa dall’annuncio della continuità alla guida pastorale, l’arcivescovo si è soffermato su molti fronti di crisi: famiglia, giovani, casa, lavoro, carcere, migranti.
L’arcivescovo ha sottolineato la crescente fragilità delle famiglie e la precarietà della condizione giovanile come una delle principali sfide. Ha evidenziato come queste due realtà siano alla base della denatalità che proietta oscure prospettive sul futuro del Paese. Betori ha anche lamentato le ripetute violenze sulle donne, attribuendole a una visione prevaricante e alla dilagante pornografia.
La crisi del lavoro è stata al centro del discorso dell’arcivescovo, che ha sottolineato la fatica nel far incontrare l’offerta e la ricerca di lavoro, insieme all’estesa precarietà che colpisce i giovani.
La precarietà si riflette anche nel settore abitativo, con la casa diventata un bene difficile da ottenere per molti, spesso oggetto di sfruttamento mercantile e occupazioni illegali.
Betori ha anche ricordato la tragedia della scomparsa della piccola Kata e le condizioni delle carceri, che considera parte integrante della città.
Sulle migrazioni, ha affermato che non possiamo rinunciare all’accoglienza, anche quando si manifestano problemi, come nel caso di un tragico episodio in un centro gestito dalla Fondazione Caritas.
Il discorso dell’arcivescovo si è esteso anche alle sfide culturali, in particolare all’invasione della tecnologia informatica nella vita personale e sociale. Ha messo in guardia sull’uso dell’intelligenza artificiale, sottolineando la necessità di comprendere i valori in gioco e prepararsi all’opera formativa.
Infine, Betori ha invitato i sacerdoti a rileggere la lettera del Papa rivolta ai preti di Roma, mettendo in guardia dalla “mondanità spirituale” e dal clericalismo.
In conclusione, l’arcivescovo ha affrontato anche questioni legate alla Chiesa, locale e universale, e alle iniziative proposte da Papa Francesco. Ha citato il centenario della nascita di don Lorenzo Milani e la necessità di raccogliere il suo insegnamento per l’oggi. Ha anche menzionato le due donne fiorentine riconosciute come venerabili e ha invitato a invocarne l’intercessione per la beatificazione.
Il discorso dell’arcivescovo Betori riflette l’impegno della Chiesa nella società contemporanea, affrontando le sfide e offrendo orientamenti per il futuro.