Il Disturbo da Gioco d’Azzardo (DGA) rappresenta una patologia insidiosa che ha in comune con le dipendenze da sostanze il comportamento compulsivo, con gravi effetti sulle relazioni sociali e sulla salute. Questa problematica sta vivendo una crescente diffusione, tuttavia, i dati precisi sono difficili da ottenere, poiché manca una rilevazione sistematica dei pazienti nei servizi pubblici per le dipendenze a livello centrale.
Il gioco d’azzardo può evolversi in un vero e proprio disturbo psichiatrico, riconosciuto ufficialmente dall’American Psychiatric Association (APA) sin dal 1980. Nel 1994, è stato inserito nel DSM-IV (manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) come “disturbo del controllo degli impulsi”. Nel 2013, l’APA ha formulato una nuova definizione più aggiornata e scientificamente accurata: “Disturbo da Gioco d’Azzardo” (APA – DSM V 2013). Anche l’ICD-10 dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) lo ha elencato tra i “disturbi delle abitudini e degli impulsi”.
Il Disturbo da Gioco d’Azzardo è quindi una dipendenza patologica senza l’uso di sostanze. In ambito clinico, la letteratura dimostra una comorbidità con altre patologie come la depressione, l’ipomania, il disturbo bipolare, l’impulsività, l’abuso di sostanze (alcol, tabacco, sostanze psicoattive illegali), disturbi di personalità (antisociale, narcisistico, istrionico, borderline), il deficit dell’attenzione con iperattività, il disturbo da attacchi di panico con o senza agorafobia e altri disturbi fisici associati allo stress come l’ulcera peptica e l’ipertensione arteriosa.
La ricerca epidemiologica condotta nel periodo 2016-2019, nell’ambito di un Accordo Scientifico tra ADM e ISS, ha rivelato diverse sfumature del fenomeno del gioco d’azzardo. Sono stati studiati attentamente i minori tra i 14 e i 17 anni e le fasce d’età più avanzate, ovvero gli over 65.
Nella popolazione adulta, il 36,4% degli italiani (circa 18 450 000 persone) ha giocato d’azzardo almeno una volta nei 12 mesi precedenti l’intervista. Il gioco d’azzardo coinvolge prevalentemente uomini di età compresa tra i 40 e i 64 anni.
Nella popolazione scolastica minorenne (14-17 anni), il 29,2% (circa 670 144 soggetti) ha dichiarato di aver praticato gioco d’azzardo almeno una volta nei 12 mesi precedenti l’intervista. Questo fenomeno è più frequente tra i ragazzi, con il 41,1% che afferma di aver giocato.
È importante notare che il gioco d’azzardo non colpisce solo la sfera individuale ma ha effetti negativi anche sulle relazioni personali e sulla vita lavorativa. Tra questi giocatori, ci sono quelli a rischio moderato (2,8%) e quelli problematici (3%). Il 70,8% degli studenti intervistati ha dichiarato di non aver mai giocato, il che è incoraggiante. Tuttavia, il gioco d’azzardo rimane una sfida significativa, soprattutto tra i giovani.
Il Disturbo da Gioco d’Azzardo è quindi una problematica complessa che richiede attenzione e interventi mirati per prevenire le conseguenze dannose sia per gli individui che per la società nel suo complesso.