Ogni anno, il 19 ottobre è il Pink Day, una data dedicata alla sensibilizzazione e alla lotta contro il tumore al seno. Quest’anno, l’attenzione si concentra su una scoperta preoccupante: l’inquinamento dell’aria potrebbe aumentare il rischio di contrarre il cancro al seno.
Un nuovo studio, presentato al Congresso della European Society of Clinical Oncology (Esmo) a Madrid, rivela un collegamento allarmante tra l’esposizione prolungata all’inquinamento atmosferico e il rischio di sviluppare il tumore al seno. Questa indagine rappresenta il primo studio a esaminare gli effetti combinati dell’esposizione all’inquinamento atmosferico, sia in ambienti residenziali che lavorativi su questo tipo di cancro.
Lo studio ha coinvolto 2419 donne affette da cancro al seno e le ha confrontate con 2984 donne senza questa malattia, nel periodo compreso tra il 1990 e il 2011. I risultati hanno rivelato un aumento del 28% del rischio di cancro al seno quando l’esposizione all’inquinamento atmosferico da particelle sottili (PM2,5) aumenta di 10 µg/m3, una differenza che corrisponde a passare da aree rurali a zone urbane. Inoltre, sono stati riscontrati aumenti minori del rischio di cancro al seno nelle donne esposte a livelli elevati di inquinamento atmosferico da particelle più grandi (PM10) e biossido di azoto.
“Queste particelle molto piccole possono penetrare in profondità nei polmoni ed entrare nel flusso sanguigno da dove vengono assorbite nel seno e in altri tessuti”, spiega l’oncologo Charles Swanton, del Francis Crick Institute di Londra. “Sarà importante verificare se gli inquinanti consentono alle cellule del tessuto mammario con mutazioni preesistenti di espandersi e muoversi verso la promozione del tumore attraverso processi infiammatori, simili alle nostre osservazioni nei non fumatori con cancro al polmone. È molto preoccupante che piccole particelle inquinanti e microplastiche stiano entrando nell’ambiente quando non comprendiamo ancora il loro potenziale nel promuovere il cancro”.
Jean Blay, direttore delle Politiche Pubbliche dell’Esmo, sottolinea: “Ora esistono forti prove epidemiologiche e biologiche del legame tra l’esposizione alle particelle PM2,5 e il cancro, e ci sono buone ragioni cliniche ed economiche per ridurre l’inquinamento al fine di prevenire i tumori”.
A seguito di una proposta della Commissione Europea del 2022 per ridurre i limiti delle particelle PM2,5 nell’aria, l’Esmo ha sollecitato ulteriormente una riduzione del limite a 5 µg/m3, in linea con le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Questo livello raccomandato è considerato essenziale a causa dell’associazione delle PM2,5 con diversi tipi di tumori, compreso il tumore al seno.
Nel settembre 2023, il Parlamento europeo ha adottato una relazione sulla revisione delle direttive dell’Unione Europea sulla qualità dell’aria, riflettendo le raccomandazioni dell’Esmo. Questi sforzi per ridurre l’inquinamento atmosferico potrebbero avere un impatto significativo sulla prevenzione del tumore al seno e su una migliore salute per le donne di tutto il mondo.