Il potere terapeutico della natura è un concetto ben documentato e ora sta emergendo come un elemento cruciale nella progettazione e nella costruzione di strutture sanitarie. A discuterne è stato un panel di esperti nel corso della 20esima edizione di “Urbanpromo – Progetti per il paese”, un’iniziativa promossa da Inu (Istituto nazionale di urbanistica) con il supporto organizzativo di Urbit e con la partnership della Fondazione CR Firenze, che si tiene dall’7 al 10 novembre presso l’Innovation Center della Fondazione CR Firenze.
Il verde, che solitamente è associato al relax e alla bellezza, assume un ruolo “terapeutico” fondamentale in questo contesto. Gli esperti del settore, tra cui l’architetto Ennio Nonni (Urbit) e Alberto Zanobini (ex presidente dell’European Children’s Hospital Organization), hanno affrontato il tema delle finalità terapeutiche del verde, offrendo esempi documentati da punti di vista sanitari qualificati.
L’obiettivo di questo convegno è trasferire i concetti e le applicazioni della terapia verde a una scala territoriale, enfatizzando la qualità dei progetti urbani ed edilizi. Questo significa aprirsi a un mondo diverso, in cui un piccolo giardino può diventare un’importante componente nel migliorare la salute e il benessere psicofisico delle persone.
Ennio Nonni ha dichiarato: “Il concetto di verde terapeutico rappresenta una nuova direzione che va oltre gli slogan. Si tratta di creare giardini e strutture in grado di accompagnare adeguatamente chi sta affrontando un percorso di malattia, sia negli ospedali che nelle case di cura. Questo non riguarda solo l’aspetto paesaggistico, ma è un’identità che aggiunge valore a queste strutture. Durante la pandemia, abbiamo tutti potuto constatare quanto il verde abbia influito positivamente sulla qualità della vita delle persone”.
È ben documentato che il verde abbia effetti terapeutici, come ha sottolineato Alberto Zanobini: “La letteratura scientifica internazionale testimonia l’importanza fondamentale degli elementi verdi in questi ambienti. Dobbiamo quindi ripensare il modo in cui progettiamo e costruiamo queste strutture: il verde non deve essere un elemento accessorio, ma una componente essenziale. Non stiamo semplicemente costruendo ospedali o strutture di cura, ma ambienti che promuovano il benessere complessivo delle persone”.
Questo approccio al “verde terapeutico” apre la strada a una nuova visione dell’architettura sanitaria, in cui il verde non è più un optional, ma una parte integrante del progetto che mira a migliorare la qualità della vita e la salute dei pazienti.