Un giovane studioso, Giandomenico Tripodi, ha recentemente compiuto un’impresa sorprendente nel mondo della ricerca letteraria, riportando alla luce i preziosi commenti di Giovanni del Virgilio su “Bucoliche,” “Georgiche,” ed “Eneide.” Questi manoscritti, a lungo considerati perduti, hanno il potere di aprirci una finestra sul linguaggio delle lezioni universitarie della Bologna del Duecento.
Giovanni del Virgilio, non solo amico del Sommo Poeta Dante Alighieri ma anche il primo docente dell’Alma Mater a ricevere un salario dal Comune, emerge ora attraverso questi commenti ritrovati come un maestro del suo tempo, contribuendo significativamente al mondo della letteratura e filologia.
Il giovane studioso presenterà questa straordinaria scoperta durante la VII Giornata di Studi del CeSBi – Centro Studi su Benvenuto da Imola, a Bologna. Questo evento rappresenta un momento epocale per la comunità scientifica letteraria, consentendo una riconsiderazione della figura di Giovanni del Virgilio e del suo impatto duraturo sulla letteratura dell’epoca.
I commenti ritrovati fungono da chiave per comprendere la visione di Giovanni del Virgilio sui classici virgiliani, offrendo uno sguardo privilegiato sul modo in cui questi testi venivano insegnati mille anni fa. La lingua e lo stile delle lezioni universitarie dell’epoca vengono ora alla luce, trasportandoci in un passato lontano ma straordinariamente vivo attraverso la penna di questo influente maestro.
Il carteggio tra Dante Alighieri e Giovanni del Virgilio, che ora risulta più completo grazie a questa scoperta, aggiunge ulteriori sfumature alla comprensione di entrambe le figure storiche. La richiesta di Dante ad uno dei primi professori di letteratura del mondo di scrivere la Divina Commedia in latino acquista nuovi significati, rivelando la profondità della relazione tra i due studiosi.
In conclusione, la riscoperta di questi preziosi documenti non solo arricchisce la nostra comprensione della storia letteraria, ma apre nuove prospettive su un periodo fondamentale nel mondo accademico di Bologna. La perseveranza di giovani studiosi come Giandomenico Tripodi dimostra che, anche in un’era moderna, il passato può ancora riservare sorprese straordinarie.