Il presidente di Confagricoltura Toscana, Marco Neri, ha recentemente sottolineato l’importanza della scienza nel garantire la qualità del vino, respingendo le affermazioni di presunti esperti emerse durante un servizio trasmesso su Report il 17 dicembre scorso.
Neri ha ribadito che il grado alcolico modificabile con il mosto concentrato non rappresenta un elemento di diversità dei vini, contrariamente a quanto suggerito da taluni “esperti di vino”. Secondo il presidente, sono gli enologi, figure professionali preparate e competenti, a dettare la via per la produzione vinicola di qualità.
Il servizio televisivo ha dipinto un quadro poco lusinghiero del settore vinicolo, raffigurandolo come un mondo votato esclusivamente al profitto e intriso di frodi. Tuttavia, Neri ha enfatizzato che la realtà è ben diversa: in Italia e soprattutto in Toscana, la tradizione vinicola vanta un’eccellenza riconosciuta a livello internazionale. La regione è nota per la sua alta qualità del vino, sostenuta da rigorosi controlli che assicurano trasparenza e affidabilità nel settore.
Sottolineando le parole di autorevoli esperti come Vincenzo Gerbi dell’Accademia dei Georgofili, Neri ha difeso la pratica dell’arricchimento dei mosti, legittima e autorizzata in tutti i Paesi produttori di vino. Tale pratica è stata erroneamente dipinta come vergognosa dal programma televisivo, mentre, secondo Neri, rappresenta un concetto distorto della realtà.
Confagricoltura Toscana si è dunque schierata a difesa della corretta rappresentazione del settore vinicolo, invitando alla necessità di fondare le affermazioni su conoscenze solide e competenze specifiche anziché sulle opinioni di presunti esperti privi di formazione enologica.