Il mio pensiero va,
a quel primitivo che per primo scalò le Alpi e volgendosi a valle sognò il progresso e l’unità d’Italia trasmettendo il suo sogno col suo spirito al futuro
Il mio pensiero va a un guelfo fuggiasco, a una città libera ma assediata, a quel cavaliere che con la sua armatura più nera di altre cercò di fermare l’invasore.
Il mio pensiero va a quel carroccio e a quella martinella che libera suonava.
Va oltre e vola alto ad un rinascimento e ad un unica moneta,
Vola e va lontano verso il tamburino sardo e il piccolo scrivano, da un libro chiamato cuore, ad una scuola di Cesare Battisti a una maestra forte e coraggiosa,
A un bandito un brigante sui monti con in petto la libertà,
Ad una bandiera cucita a mano da donne coraggiose con tre sogni racchiusi in tre colori
A una città con un fiore in petto, a chi ha dato la vita in terre lontane intento a lottare contro il nemico o chi semplicemente a lavorare,
A chi la vita l’ha persa sotto casa per una lotta d’ideali o per dovere di giustizia oppure per semplice innocenza,
A chi ha servito e sparato a mezzogiorno, un artigliere, un granatiere, un capitano che ti fa da babbo ed un aereo che sale verso il sole,
A chi quel cielo l’ha definito sempre più blu, sinonimo di tristezza e noi l’abbiamo chiamato azzurro,
Ad azzurro e un oratorio con tante rose una stanza un leone, una campagna sempre amica,
Ad un prete maestro di scuola e di vita, ad una bicicletta spinta da un’esile figura con grandi polmoni e a un naso triste come una salita, con un angelo biondo accanto a lui
Ad una bandiera cucita di nuovo dalle stesse donne con un mondiale in più,
Ad un cedro del Libano che fiero cresce nei nostri giardini in un abbraccio lontano verso il cielo Azzurro!
Viva l’Italia!
Nicola Biagi