Quando il fascino dei burattini si intreccia con la paura persistente e ingiustificata, nasce la pupafobia, un’affascinante esplorazione nel vasto mondo delle fobie.
Questo peculiare timore si manifesta in coloro che temono le marionette e i burattini, estendendosi talvolta persino alle bambole articolate. Accompagniamoci in questo viaggio alla scoperta della pupafobia, esaminandola attraverso la lente della psicologia e della sua radicata presenza nella cultura.
Origini e caratteristiche:
Le radici della pupafobia affondano nella teoria psicoanalitica di Sigmund Freud, che introdusse il concetto di “Unheimlich” o “il sinistro”. Questo fenomeno si materializza quando un oggetto inanimato assomiglia in modo eccessivo a noi stessi, provocando una sensazione di inquietudine connessa alla nostra mortalità.
Manifestazioni cliniche:
Le espressioni della pupafobia variano da individuo a individuo, ma spesso comprendono attacchi di panico, sudorazione eccessiva, palpitazioni e l’instinto di evitare situazioni legate ai burattini.
Pinocchio e la tradizione dei burattini a Firenze:
Nel panorama della pupafobia, emerge il celebre personaggio di Pinocchio. La storia del burattino che prende vita, creata da Carlo Collodi, ha affascinato e spaventato generazioni. A Firenze, la tradizione dei burattini si insinua profondamente nella cultura popolare, con spettacoli e teatri dedicati a questo antico intrattenimento.
Conclusioni:
La pupafobia offre uno sguardo affascinante sulla complessità della psiche umana. Attraverso la lente culturale, i burattini oscillano tra oggetti di intrattenimento e fonte di profonda paura. Forse, è proprio questa dualità a rendere la pupafobia un fenomeno affascinante e complesso.
Illustrazioni a cura di Simone Guerrini; Testi tratti dal libro di Camilla Mencarelli “Fobie”.