Negli ultimi anni, con l’avvento delle tecnologie di intelligenza artificiale, il problema delle immagini false e manipolate ha assunto dimensioni sempre più preoccupanti. Con la diffusione di deepfake e altre forme di disinformazione visiva, diventa sempre più difficile distinguere ciò che è autentico da ciò che è falso. Tuttavia, sembra che ci sia una luce in fondo al tunnel: lo standard C2pa.
Cos’è esattamente il C2pa? Questo acronimo sta per Coalition for Content Provenance and Authenticity ed è un’iniziativa creata da Adobe e Microsoft per garantire la provenienza e l’autenticità dei media online. Si tratta di un sistema di etichettatura che fornisce informazioni cruciali su chi ha creato un’immagine o un video, quando e come è stato creato e la credibilità della sua fonte.
Le grandi aziende tecnologiche, comprese Google, Microsoft, Adobe e Meta, stanno adottando questo standard in massa. La sua implementazione consente agli utenti e alle piattaforme di identificare facilmente le immagini create con l’IA e di mettere in discussione la loro veridicità.
Ma come funziona concretamente il C2pa? Tecnicamente, è un tipo di “metadato” che viene aggiunto alle immagini e può essere letto automaticamente dalle piattaforme online. Queste informazioni aggiuntive permettono di tracciare la provenienza e la storia di un’immagine, fornendo un’indicazione importante sulla sua affidabilità.
Un aspetto importante da considerare è che, al momento, l’adesione a questo standard è volontaria e non obbligatoria. Tuttavia, con l’entrata in vigore dell’AI Act in Europa nel 2026, si prevede che l’etichettatura dei media diventerà una prassi comune.
Ci sono limiti e sfide da affrontare con lo standard C2pa. Ad esempio, al momento è disponibile solo per le immagini, mentre il lavoro per estenderlo ai file video e audio è ancora in corso. Inoltre, rimuovere queste etichette è relativamente facile, il che solleva preoccupazioni sulla loro efficacia a lungo termine.
Tuttavia, nonostante queste sfide, il C2pa rappresenta un passo importante nella lotta contro le immagini false e la disinformazione online. Non è la soluzione definitiva, ma fornisce agli utenti e alle piattaforme uno strumento aggiuntivo per combattere il Far West digitale in cui ci troviamo attualmente.
Immagine creata by Simone Guerrini