Oggi Rui Manuel César Costa, noto a tutti i tifosi come Rui Costa, compie gli anni. Sono 52 e mi sembra ieri quando lo intervistai per la prima volta, nel lontano 1999, allo stadio dello Sport Lisboa e Benfica, a Lisbona, quando iniziai la mia carriera giornalistica nel giornale sportivo “A Bola”, quello che nel nostro paese, il Portogallo, venne denominato “La Bibbia dello Sport”.
Rui è sempre stato quel calciatore che non ha mai avuto una parola sgarbata nei confronti di nessuno, sia dei giornalisti che dei tifosi. Dire che è una persona squisita è dir poco. Quando arrivava da noi in sala stampa o anche quando un semplice tifoso gli si avvicinava per chiedere un autografo, la sua disponibilità e gentilezza erano memorabili. Arrivava sempre con il sorriso anche se aveva perso o pareggiato in una partita importante e dentro quello che provava era rabbia e delusione per non avercela fatta a portare la vittoria alla sua squadra.
Calciatori come lui ce ne sono pochi, persone dove regna l’umanità e il rispetto per il prossimo. Ricordo quando ogni anno a giugno si svolgeva (e si svolge tutt’ora) il torneo Rui Costa, nella Damaia, vicino a Amadora, dove il Maestro giocava in tutte le squadre. Alla fine del torneo, durante la consueta intervista, al grande Rui gli veniva chiesto: “Ma quando torni al Benfica?” e lui con il suo enorme sorriso rispondeva: “Oh ragazzi, ma mi fate sempre la stessa domanda?”. Certo che gli se la faceva perché tanto si sapeva che era li che lui sarebbe finito, al suo Benfica che insieme alla Fiorentina, li sono sempre rimasti nel cuore e Rui è una persona di cuore. Ha un cuore smisurato come la classe che ha sempre dimostrato in campo.
Rui Costa è una persona che si emoziona e che non ha paura di far vedere quello che prova e anche se soffre, non lo fa mai percepire perché è un grande e solo i grandi si comportano in questo modo. Ama la sua famiglia, il suo lavoro, il suo Benfica e anche la sua Fiorentina che porterà per sempre nel cuore così come i tifosi viola lo porteranno per sempre nel loro.
Quando seguivo la Fiorentina allo stadio tutti mi chiedevano “Ma quando è che ci porti Rui?” non perché fossimo amici, ma perché sapevano che eravamo entrambi portoghesi e che io avevo avuto la fortuna di intervistarlo tantissime volte. Di calciatori ne ho intervistati, anche a livello internazionale, ma quando mi chiedono chi è il mio preferito la risposta mi esce spontanea: Rui Costa! Perché Rui è Rui. C’è poco da fare.
“Parabéns a um dos melhores playmakers do mundo” (Auguroni a uno dei migliori playmaker del mondo) che con la sua classe e gentilezza viene ricordato da tutti come “il Maestro”.