Assicurare una buona qualità delle acque dei nostri fiumi e dei nostri mari dipende in buona parte dalla capacità che abbiamo di provvedere a depurare le acque reflue prodotte sia dalle abitazioni civili che dalle attività produttive. L’ISTAT ha reso disponibili i dati 2020 relativamente agli impianti di depurazione delle acque reflue urbane in esercizio e al volume d’acqua reflua confluita per tipologia di trattamento e regione.
I dati fanno riferimento a tre livelli di trattamento:
- Primario – Hanno l’obiettivo di rimuovere i solidi sospesi totali, presenti nei liquami da trattare. Prevalentemente si tratta di materiale di natura organica. La separazione avviene mediante l’aggregazione delle particelle sospese e la loro sedimentazione.
- Secondario – Sono finalizzati all’abbattimento delle sostanze organiche biodegradabili e alla rimozione dei solidi in forma colloidale che non sono sedimentabili e quindi non si possono separare con trattamenti di tipo fisico. L’abbattimento delle sostanze organiche può avvenire attraverso differenti processi, i più diffusi sono: la digestione anaerobica, sfruttando l’azione di batteri che si nutrono di materia organica e vivono in assenza di ossigeno; digestione aerobica, che sfruttano l’azione di batteri aerobici che si nutrono di materia organica e vengono stimolati mediante la diffusione di ossigeno (depuratori biologici a fanghi attivi);
- Avanzato – Hanno lo scopo di affinare e perfezionare il trattamento di depurazione riducendo il carico di elementi nutrienti (principalmente fosforo e azoto) presenti nelle acque di uscita degli impianti di trattamento secondario. Si tratta di sostanze poco biodegradabili che non riescono ad essere metabolizzate dai processi di digestione biologica che avvengono negli impianti di trattamento secondario.
Complessivamente risultano presenti circa 18mila impianti di depurazione, il 56% del totale effettua solamente trattamenti primari, circa un terzo anche secondari e solamente l’11% trattamenti avanzati. In termini quantitativi però le percentuali cambiano decisamente, visto che il 70% delle acque reflue confluite nei depuratori sono recaptitati in impianti con trattamenti avanzati e il 26% con trattamenti secondari.