In questa intervista, Federico Massacesi, figura chiave dietro il marchio MILLEMETRI, condivide con noi la sua esperienza e le sfide affrontate nel mondo dell’orologeria. Scopriamo insieme il viaggio di questo prestigioso brand che unisce tradizione e innovazione.
Può condividere con noi cosa l’ha spinto a fondare MILLEMETRI e qual è stata la sua principale fonte di ispirazione?
Federico Massacesi: Non ho fondato io MILLEMETRI. È stato un gruppo di appassionati fiorentini a rivolgersi a me. Con la mia precedente esperienza in Anonimo e alcuni discorsi lasciati in sospeso, ho accolto volentieri l’invito.
La storia di MILLEMETRI riflette una combinazione unica di innovazione e tradizione. Come ha bilanciato queste due componenti nel design e nella produzione degli orologi?
Federico Massacesi: Il grande artigianato fiorentino è sempre stato una combinazione tra innovazione e tradizione. Paradossalmente, potrei affermare che l’innovazione fa parte del DNA di Firenze fin dalle botteghe artigiane pre-rinascimentali, dove si sono formati i grandi artisti della nostra storia, che erano anche eccellenti artigiani, progettisti e soprattutto innovatori.
Può raccontarci qualche innovazione particolare che ha introdotto nel design o nella costruzione degli orologi MILLEMETRI?
Federico Massacesi: Il marchio MILLEMETRI vuole proseguire il percorso intrapreso dal vecchio marchio Anonimo sul bronzo, che Anonimo aveva definito come nuovo standard nella produzione di orologi di livello. La ricerca e sviluppo di MILLEMETRI punta a introdurre questo materiale, declinato nelle sue leghe, spesso accoppiato con nanotecnologie che conferiscono caratteristiche uniche al prodotto. Non solo a livello di metallo, ma anche nei pellami utilizzati nei cinturini, che grazie a queste innovazioni diventano resistenti all’acqua per lunghissimo tempo se correttamente manutenuti.
Quali sono stati i principali ostacoli o sfide affrontati nel processo di progettazione e produzione degli orologi MILLEMETRI?
Federico Massacesi: Progettare in Italia, rispetto alla Svizzera, a Hong Kong o in altri paesi, è più un vantaggio che uno svantaggio, grazie alle sorprendenti capacità della filiera metalmeccanica italiana. Tuttavia, avendo l’Italia una produzione marginale di orologi rispetto al volume mondiale, ingegnerizzare nuovi prodotti può essere lungo e costoso a causa di colli di bottiglia. Inoltre, le nostre agenzie doganali spesso remano contro gli operatori, mettendo ostacoli all’importazione veloce di componenti che in Italia non possono essere prodotti a costi competitivi, come i meccanismi svizzeri (per MILLEMETRI) o giapponesi (per altri).
Potrebbe condividere con noi un aneddoto o un momento significativo che l’ha ispirata o che ha avuto un impatto particolare sulla creazione o sull’evoluzione di MILLEMETRI?
Federico Massacesi: Il motivo principale per cui MILLEMETRI è nato è la volontà di tornare ai valori di ANONIMO Firenze. Si può dire che MILLEMETRI è la risposta a uno sviluppo del marchio Anonimo che si è allontanato dalla sua missione originaria. MILLEMETRI rappresenta la risposta che molti collezionisti aspettavano, con una cassa in bronzo di manifattura italiana, assemblaggio e design italiano, cinturino italiano, e molto altro. Senza astio o rancore, ribadiamo che l’orologio di Firenze è un’altra cosa.
Qual è la filosofia che guida MILLEMETRI come marchio?
Federico Massacesi: La filosofia di MILLEMETRI si basa su: Made in Italy, performance (tutti i modelli sono minimo 100 ATM e quindi diver), design, stile, il tutto declinato in serie limitate ma a un prezzo accessibile (value for money).
La tradizione fiorentina nell’orologeria sembra essere un elemento chiave nella storia di MILLEMETRI. In che modo questa tradizione ha influenzato il marchio e i suoi prodotti?
Federico Massacesi: I primi meccanismi complessi legati al tempo sono stati prodotti a Firenze. Al Museo della Scienza, vicino a Ponte Vecchio, ci sono numerosi astrolabi che calcolavano minuziosamente il movimento dei pianeti, non molto diversamente dalle grandi complicazioni nell’alta orologeria attuale. Questa competenza si è spostata prima in Inghilterra e Francia, poi in Svizzera a causa della persecuzione degli Ugonotti. Tuttavia, nel DNA fiorentino è rimasto intatto lo spirito meccanico, magnificamente espresso negli anni ’30 nelle Officine Galileo per la grande industria meccanica e nelle Officine Panerai per l’industria militare.
Quali sono i vantaggi di produrre orologi in Italia, e nello specifico a Firenze, rispetto ad altri luoghi nel mondo?
Federico Massacesi: Crescere a Firenze significa essere circondati dalla bellezza fin da giovani, educati all’equilibrio e alla sobrietà. Inoltre, Firenze, dai tempi delle Officine Galileo, ha una tradizione nella meccanica di precisione che ha permesso a talenti come Antonio Ambuchi di sviluppare le proprie capacità confrontandosi con artigiani e piccoli industriali, spesso geniali nelle loro soluzioni.