A Pieve di Santo Stefano viene celebrato il Premio in ricordo di Saverio Tutino, giornalista rivoluzionario. Quarant’anni dopo, il Premio vuole ricordare Ilaria Alpi e Miran Hrovatin e il loro coraggio nella ricerca della verità. Albertina Castellazzi ripercorre i trentacinque anni di vita, dal 1937 al 1972, raccontando la strada verso l’emancipazione e la ribellione, rimandando alla memoria di Maria Rossi, giovane donna degli anni ’65-’90, che si sottrae alla violenza coniugale subita nell’indifferenza di tutti, attraverso l’impegno politico e la ricerca di un lavoro indipendente. Appare invece lontana dalle profonde trasformazioni sociali del primo dopoguerra la Sicilia di Cosma Damiano Di Salvo, piccolo allevatore impegnato a cercar moglie.

Scrivono della, o durante la Seconda guerra, Mario Morandi, consigliere dell’Istruzione nell’Albania conquistata dagli italiani nel 1939, poi funzionario fascista disoccupato nella capitale, che annota la sua crisi politica di idealista fascista, la quale lo porta al rifiuto di aggregarsi alla Repubblica Sociale, fino agli anni drammatici di Roma città aperta. Guerrino Nati, sottufficiale di Marina nella Seconda Guerra, affida al suo diario l’indignazione per la gioia dei commilitoni nel giorno della resa italiana agli eserciti alleati e poi lo sconforto per la reazione tedesca, il desiderio di riabbracciare la figlia e la moglie Fly. L’ex capitano dell’esercito Giuseppe Trinchillo rievoca le vicissitudini del gruppo di sfollati di cui è alla guida dopo lo sbarco delle truppe alleate a Salerno, le violenze subite a opera dei nazisti durante il viaggio verso Roma occupata, dove trova la fame ma anche la solidarietà popolare e l’arte di arrangiarsi per sopravvivere.

Vite diversissime ma avventurose quelle di Giovanni Stefanolo e Rachele Venturin: lui, a cavallo tra fine Ottocento e inizio Novecento, calzolaio, pasticciere, salumiere, barbiere, muratore, cameriere, contabile, ufficiale dell’esercito, imprenditore, in un viavai tra l’Italia e l’estero e il costante impegno nel cercare e perdere i lavori; lei, cresciuta negli anni ’70 in una comunità keniota fondata dai suoi genitori, sogna una vita “normale” ma le sue scelte da adulta la conducono verso sempre nuove esperienze in Africa, Iran, Germania, Pakistan, Italia, fino all’aneurisma cerebrale, dal quale si risolleverà grazie all’amore di un nuovo compagno e a una lunghissima riabilitazione. La manifestazione conclusiva del Premio Pieve, trasmessa in diretta da Rai Radio 3 e condotta da Guido Barbieri.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *