Uno studio italiano rivela un’alta incidenza di valvulopatie non diagnosticate negli over 75. Le conseguenze possono essere gravi, ma la diagnosi precoce può salvare molte vite
Un allarmante studio condotto in Italia ha svelato che un numero sorprendentemente elevato di anziani ignora di soffrire di malattie alle valvole cardiache. Si stima che circa 630.000 italiani over 75 possano avere una valvulopatia non diagnosticata, con potenziali gravi conseguenze per la salute.
Un problema sottovalutato
La ricerca, condotta dalla Fimmg di Milano in collaborazione con l’Heart Valve Center dell’Ospedale San Raffaele, ha coinvolto circa 150 anziani sottoposti a ecocardiogramma. I risultati sono stati sorprendenti: il 9% dei partecipanti presentava una valvulopatia, spesso senza sintomi evidenti.
“Questi dati confermano quanto già emerso da studi internazionali”, afferma Anna Pozzi, segretario provinciale di Fimmg Milano. “La prevalenza delle valvulopatie aumenta con l’età e molte persone non sono consapevoli di avere questo problema”, sottolinea Pozzi.
Le conseguenze delle valvulopatie non diagnosticate
Le valvulopatie, se non diagnosticate e trattate in tempo, possono portare a complicazioni serie, come:
- Insufficienza cardiaca: quando le valvole non funzionano correttamente, il cuore deve lavorare di più per pompare il sangue, portando a stanchezza, difficoltà respiratorie e, nei casi più gravi, all’insufficienza cardiaca.
- Aritmie: le valvulopatie possono causare disturbi del ritmo cardiaco.
- Ictus: un coagulo di sangue che si forma in una valvola cardiaca danneggiata può staccarsi e ostruire un vaso sanguigno nel cervello, provocando un ictus.
Diagnosi precoce e trattamento
La buona notizia è che le valvulopatie possono essere diagnosticate precocemente attraverso un semplice ecocardiogramma e che esistono terapie efficaci per trattarle, sia mediche che chirurgiche.
“La diagnosi precoce è fondamentale per migliorare la prognosi dei pazienti”, afferma Francesco Maisano, primario dell’Unità di Cardiochirurgia e direttore dell’Heart Valve Center del San Raffaele. “Grazie ai progressi della medicina, oggi disponiamo di terapie meno invasive e più efficaci per trattare le valvulopatie”, sottolinea l’esperto.
Cosa fare?
Per ridurre l’impatto delle valvulopatie sulla salute pubblica, è necessario:
- Aumentare la consapevolezza: informare la popolazione sull’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce delle malattie cardiovascolari.
- Favorire l’accesso agli screening: rendere più accessibili gli ecocardiogrammi per la popolazione anziana, soprattutto per coloro che presentano fattori di rischio.
- Migliorare la collaborazione tra medici di base e specialisti: una stretta collaborazione tra i medici di base e i cardiologi è fondamentale per garantire una presa in carico adeguata dei pazienti.