Crisi in casa Antella: molti giocatori lasciati a casa.Oggi l’Antella gioca contro la Colligiana, una sfida molto impegnativa, considerato che i senesi sono secondi in classifica, dietro l’Affrico.
Lettera dei giocatori inviata ad Almanacco del Calcio Toscano
Siamo Gianluca Maresca, Matteo Merciai, Niccolò Mignani, Matteo Picchi e Lapo Tacconi. Scriviamo perché riteniamo sia arrivato il di dire realmente cosa è successo all’Antella, visto che, purtroppo, stanno circolando voci che non corrispondono alla verità.La società ci ha comunicato la scelta di rescindere il contratto con una motivazione alquanto ridicola e contestabile: ci hanno accusato, inizialmente, di “non aver sposato il progetto” e di avere un “atteggiamento sbagliato”, per poi correggere il tiro con i giornali dicendo che la motivazione era “tecnica”, in quanto considerati non idonei alla categoria. Questa pantomima è stata messa in scena per denigrare i cinque calciatori colpiti, in quanto tutte queste motivazioni non sono state esposte in modo chiaro, né al pubblico né ai calciatori epurati.
“Vi mandiamo via per l’atteggiamento. Punto.” Questa è stata la motivazione esposta ai diretti interessati.
Non è possibile accusare noi cinque calciatori di non aver sposato il progetto, dal momento che siamo stati la base che ha fatto sì che la società si trovasse nella posizione in cui è ora, essendo stati presenti sia nei momenti di estrema difficoltà che di grande gioia. In questi anni abbiamo cercato di dare una mano, partecipando anche ad attività extra-calcistiche per aiutare una società che si è sempre basata sul volontariato. Questo grande attaccamento ci è sempre stato riconosciuto in questi anni da chiunque, sia dalla società che dai concittadini antellesi e da tutto il panorama dilettantistico fiorentino.L’ingresso della nuova proprietà ha portato con sé visioni e ambizioni diverse, più vicine a un calcio professionistico e lontane dalla realtà a cui eravamo abituati. Anche noi eravamo entusiasti del nuovo progetto e dei miglioramenti che potevano essere apportati: gli stessi miglioramenti che avevamo sempre desiderato e chiesto negli anni.Si è parlato di un rifiuto di giocare da parte di Tacconi contro il Baldaccio Bruni (unica partita non giocata dal capitano) quando, in realtà, era tutto concordato con l’allenatore Francini a causa di un infortunio. Tacconi, anzi, aveva già accettato di giocare la partita precedente, anche se infortunato, per aiutare al massimo la squadra, dato che l’altro attaccante (Santucci) era fermo per infortunio, peggiorando poi la situazione che lo ha portato a fermarsi contro il Baldaccio.
Si è parlato di atteggiamento non corretto da parte di Merciai, per come è entrato nella partita con il Baldaccio, per aver fatto un brutto fallo e causato un rigore, anche se in realtà perdevamo già 4-1 in casa. Sicuramente sono stati falli di frustrazione per un brutto risultato, ma non dovuti a un atteggiamento volutamente controproducente.I due giocatori sopra citati sono stati accusati di aver causato il tracollo in casa per il 5-1 contro il Baldaccio Bruni, quando sono entrambi entrati a pochissimi minuti dal 4-1. Nella settimana seguente, Merciai è stato messo fuori rosa per una settimana, decisione non comunicata da nessuno, ma scoperta solamente il venerdì sera alla convocazione. Ufficialmente, è stata descritta come motivazione tecnica, ma è poi trapelata la notizia che fosse una decisione societaria, volta a punire Tacconi e Merciai, conclusasi con Merciai punito per falli e Tacconi reintegrato in gruppo per mancanza di motivazioni concrete. Ci teniamo a sottolineare che Matteo non ha mai protestato, né detto una parola fuori luogo; anzi, ha placato la rabbia dei compagni, che giustamente chiedevano spiegazioni, dimostrando grandissima maturità e attaccamento al gruppo.
Per quanto riguarda Maresca e Mignani, se si parla di motivazioni tecniche, non hanno motivo di esistere sicuramente su Mignani, che ha giocato solamente 5 minuti contro il Signa alla prima giornata di campionato prima di infortunarsi. Riportiamo che ha deciso di non operarsi alla spalla lussata proprio contro il Signa, come richiesto dalla società e dall’allenatore, rischiando quindi una recidiva, per accorciare notevolmente i tempi di recupero (sarebbe rientrato la prossima domenica contro la Colligiana). Maresca ha accettato di giocare contro il Lanciotto e contro la Rondinella nella settimana in cui è stato due volte in ospedale al pronto soccorso per un problema fisico extra-calcistico, nonostante non fosse sicuramente nella migliore forma per farlo.Per quanto riguarda Picchi, si può far riferimento a un allenamento saltato in modo ingiustificato ad agosto, a cui poi è seguito il chiarimento. Da agosto a ottobre sono passati due mesi e non ci sono mai stati da parte sua atteggiamenti negativi verso la squadra.
Siamo stati accusati di essere troppo “UNITI” in quanto abbiamo sviluppato un rapporto di amicizia extra-calcistico. Questo non dovrebbe essere un problema per nessuna squadra; anzi, viene sempre richiesto di “fare gruppo”, mentre nel nostro caso è stato travisato e visto come una minaccia. Siamo stati sempre tutti a disposizione del mister, anche quando eravamo infortunati o quando uno non era nella formazione titolare, chiedendo di andare in panchina e non in tribuna, per cercare di aiutare i compagni da vicino con consigli, invece di lavarsene le mani standosene in tribuna.Insomma, è una delusione, un’enorme delusione, ricevere queste accuse da parte di una società per la quale ciascuno dei cinque giocatori ha dato e ricevuto tanto. Il tutto condito da un’esclusione fatta con modi e tempi molto discutibili.Tutti i giocatori della rosa hanno assistito al confronto duro con la società negli spogliatoi. Nello specifico, le modalità sono state talmente brutte da convincere altri ragazzi ad andare via, nonostante non fossero stati allontanati, come Sacha Manetti e Luca Grattarola, i quali, dopo anni di rappresentanza dell’Antella, al pari nostro, si sono sentiti traditi da tutto ciò.
Quest’Antella purtroppo non ci rappresenta e non rappresenta i valori che ci hanno contraddistinto negli ultimi dieci anni. È stato sempre chiesto senso di appartenenza, quando, in realtà, i valori umani e l’attaccamento al paese sono completamente spariti e ciò è dimostrato dal fatto che l’Antella non si allena né più gioca nel paese di appartenenza. Diverse persone del paese si sono allontanate o si stanno allontanando sempre più dalla società. Come controprova, sottolineiamo che sono state presentate anche le dimissioni di importanti componenti della dirigenza e del consiglio della società.
Con un atteggiamento maturo siamo pronti a prenderci la nostra parte di responsabilità nella situazione attuale dell’Antella Calcio, ma sicuramente non siamo gli unici responsabili; ne rappresentiamo solamente il capro espiatorio. Ci rendiamo conto di una situazione sicuramente non facile da sostenere. Quando le cose vanno così male a livello calcistico, si cercano dei responsabili e vengono messi tutti in discussione: dirigenti, allenatori e calciatori, senza esclusione alcuna. Siamo ben consapevoli che anche da parte nostra ci siano delle colpe, che sono solamente tecniche e di cui ovviamente non siamo i soli responsabili; però ci sono e per questo la classifica parla da sola.
Noi ci teniamo a sottolineare che abbiamo accolto tutti i ragazzi nuovi nel modo giusto, o perlomeno come sempre negli ultimi dieci anni; ci auguriamo che si siano trovati tutti bene, come tra l’altro è stato espresso dagli stessi in un confronto dirigenza/staff/squadra di qualche settimana fa, in cui i vecchi venivano accusati di aver creato divisioni all’interno del gruppo. Accuse, per l’appunto, smontate in questo confronto. La nostra unica colpa è stata quella di esserci esposti un po’ troppo, cercando di far emergere delle criticità che potevano essere migliorate, sia da parte nostra che da parte dello staff e della società; questo è stato sicuramente travisato e rigirato come mera lamentela, e non come critica costruttiva.Vogliamo concludere ringraziando sinceramente tutti quelli che hanno lottato insieme a noi per portare la società a questi livelli, all’anima dell’Antella, ossia la gente del paese che in questi anni ci ha sostenuto nelle vittorie e nelle sconfitte, dandoci forza e coraggio a ogni partita; ai consiglieri/dirigenti che si sono succeduti, che in forma di volontariato hanno permesso tutto questo.