La demolizione di una struttura come questa non porta via solo cemento e mattoni: porta via frammenti di vita, piccoli tasselli di un mosaico personale e collettivo. Le notti trascorse all’H2 erano quelle in cui il mondo esterno sembrava lontano, quasi irraggiungibile, e ogni passo di danza, ogni brindisi fatto con gli amici sembrava annunciare una giovinezza destinata a non finire mai. Per molti, quei momenti non sono stati solo di divertimento, ma di scoperta, di crescita, di primi incontri che, nel bene e nel male, hanno plasmato chi siamo diventati.
Vederla crollare è un po’ come dire addio a una parte di noi stessi, a una fase della vita che non tornerà più. Ma la fine dell’H2 porta con sé anche un nuovo inizio. Al suo posto sorgerà un presidio sanitario, un segno di rinascita in una comunità che guarda avanti. Grazie al finanziamento del PINQUA, ciò che un tempo era un luogo di spensieratezza diventerà uno spazio di cura, un faro di speranza per le famiglie del Mugello e per chi avrà bisogno di assistenza.
È quasi poetico, in un certo senso: laddove un tempo le persone venivano per fuggire dalla realtà e divertirsi, ora troveranno sostegno e protezione, una nuova forma di comunità che si stringe attorno a chi ha bisogno. L’H2-Lucciola, negli ultimi anni, si era trasformata in un triste simbolo di abbandono. Le sue mura, un tempo animate dai passi ritmati di generazioni di giovani, erano cadute in disuso, lasciando spazio al degrado e all’incuria. Era come se quel luogo, una volta vibrante di vita, avesse perso la sua identità. Oggi, però, si intravede una possibilità di redenzione per quello spazio, una nuova anima che porterà nuova luce e nuova vita. Il parallelo tra la vecchia discoteca e il presidio sanitario che sorgerà al suo posto è significativo.
Se prima l’H2 rappresentava l’evasione, la gioia notturna e la socialità sfrenata, ora il futuro promette un ritorno all’essenziale, alla cura e alla protezione. La comunità di Scarperia saluta un’era e ne accoglie un’altra, una transizione che racconta la capacità di una città di adattarsi, di cambiare pelle senza mai dimenticare ciò che l’ha resa speciale. La demolizione dell’H2-Lucciola, dunque, non è solo la fine di un edificio, ma un passaggio di testimone tra due mondi: quello del divertimento e della giovinezza spensierata, e quello della maturità, del prendersi cura l’uno dell’altro.
È come se i ricordi lasciati in quel vecchio pavimento da discoteca si tramutassero in fondamenta per qualcosa di più duraturo e prezioso, una sorta di dono alle generazioni future. E così, mentre le ruspe completano il loro lavoro e l’H2-Lucciola svanisce nel rumore dei macchinari, rimane nell’aria un’ultima eco di quelle notti passate. Ma ora è tempo di guardare oltre, di immaginare quel nuovo spazio non solo come un simbolo di cura, ma come un luogo che continuerà a unire le persone, proprio come faceva la vecchia discoteca. Il sipario si chiude su una storia, ma una nuova è già pronta a iniziare, con altrettanto cuore e, forse, con una profondità che prima non avremmo mai immaginato.
Addio Lucciola, addio H2, e grazie per i ricordi.