Donald Trump torna al potere

ByGiovanni Buccarelli

Novembre 6, 2024

Dopo aver perso le elezioni nel 2020 contro Joe Biden, Donald Trump si prepara a tornare alla Casa Bianca per un secondo mandato il 20 gennaio 2025, diventando il 47° presidente degli Stati Uniti. Trump è il secondo presidente nella storia americana, dopo Grover Cleveland nel XIX secolo, a riuscire nell’impresa di tornare alla presidenza dopo una sconfitta. La vittoria del magnate è stata netta, superando di gran lunga la soglia dei 270 grandi elettori necessari per l’elezione, confermando un’ondata di sostegno che si estende a livello nazionale. La sua principale avversaria, Kamala Harris, candidata democratica e presidente in carica, è stata sconfitta ben prima della chiusura dei seggi in alcuni Stati come l’Alaska e le Hawaii.

L’Onda Trumpiana e la riconquista Repubblicana del Senato

La vittoria di Trump ha avuto un impatto diretto anche sulle elezioni del Congresso. L'”Onda Trumpiana” ha favorito i candidati repubblicani, che sono riusciti a riconquistare la maggioranza al Senato, strappando almeno tre seggi ai democratici in stati chiave come il West Virginia, il Montana e l’Ohio. Questo controllo sul Senato rafforzerà il nuovo presidente, permettendogli di attuare più facilmente le sue politiche e garantendo un appoggio legislativo fondamentale per i suoi piani.

Conseguenze per l’Europa e il rischio di una guerra commerciale

La rielezione di Trump potrebbe avere conseguenze significative anche per l’Europa, specialmente sul piano economico e commerciale. Il presidente ha più volte sottolineato il disavanzo commerciale tra Stati Uniti ed Europa, criticando le politiche commerciali dell’UE. Questo disavanzo, che Trump considera eccessivo, potrebbe portarlo a introdurre misure protezionistiche e a minacciare una guerra commerciale. Un eventuale conflitto commerciale aumenterebbe la pressione sui bilanci di molti Stati europei, mentre per alcuni potrebbe persino rappresentare una spinta verso una maggiore integrazione economica e politica all’interno dell’UE.

L’eredità della costituzione Americana e il ruolo del congresso

La storia costituzionale degli Stati Uniti e il ruolo del Congresso sono fondamentali per comprendere la distribuzione dei poteri e il funzionamento del governo federale. Fin dalla sua fondazione, gli Stati Uniti hanno adottato una costituzione rigida, con principi come la separazione dei poteri e un sistema di controlli e bilanciamenti tra le varie istituzioni. La Camera dei Rappresentanti e il Senato, due rami del Congresso, hanno un ruolo centrale nell’approvazione delle leggi, nel controllo delle nomine presidenziali e nelle indagini conoscitive. La durata dei mandati, sei anni per il Senato con rinnovo di un terzo ogni due anni, permette un ricambio graduale, garantendo una certa continuità.

Il potere del presidente e il sistema di federalismo cooperativo

Il presidente degli Stati Uniti ha un ruolo di impulso e guida, con poteri di promulgazione delle leggi e la possibilità di stipulare trattati internazionali. La struttura federale americana si caratterizza per un federalismo cooperativo, in cui i singoli Stati conservano competenze proprie, ma possono ricevere fondi federali condizionati a specifiche politiche. Se vi è un blocco politico nel Congresso, il presidente può usare decreti esecutivi per cercare di attuare le proprie politiche. Questa dinamica di competizione e collaborazione tra i poteri è uno dei pilastri del sistema di governo statunitense.

L’autorità Giudiziaria e i controlli di potere

Negli Stati Uniti, il potere giudiziario è strutturato su tre livelli, con la Corte Suprema al vertice. Questo sistema giudiziario ha un ruolo fondamentale nel controllo delle azioni del governo, inclusi gli atti del presidente. Trump stesso è stato oggetto di un processo di impeachment avviato dalla Camera dei Rappresentanti in seguito all’accusa di incitamento all’insurrezione, ma il processo è stato bloccato. La sua rielezione apre nuove discussioni sul tema del potere presidenziale, inclusa la possibilità che Trump possa tentare di auto-perdonarsi per eventuali reati, un tema ancora molto dibattuto.

Il futuro delle relazioni transatlantiche

Il ritorno di Trump alla presidenza potrebbe alterare significativamente le relazioni tra gli Stati Uniti e l’Europa. Trump ha criticato l’approccio europeo al commercio e alla politica estera, prospettando una visione più isolazionista e protezionistica per gli Stati Uniti. Questo potrebbe aumentare le tensioni sul fronte commerciale, con implicazioni economiche per l’UE. D’altro canto, questa sfida potrebbe portare a un rafforzamento della cooperazione interna all’Europa e a una maggiore autonomia strategica.

Conclusione

La presidenza Trump promette di segnare una nuova fase nella politica americana e globale, con una serie di cambiamenti significativi sia a livello interno che internazionale. La sua amministrazione, sostenuta da una maggioranza repubblicana al Senato, potrebbe avere un forte impatto sulla politica interna, l’economia e le relazioni internazionali, soprattutto con l’Europa. Sarà interessante osservare come il presidente affronterà queste sfide e come il suo ritorno alla Casa Bianca influenzerà il panorama globale.

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