A Firenze “Il Salotto di Laura”

ByCristina Vannuzzi

Dicembre 22, 2024

“Il Salotto di Laura”

Oggetti, sogni, vite vissute

 

A Firenze si accendono le luci di un “salotto”, “Il Salotto di Laura”, come lo ha voluto chiamare Laura Cafulli, la proprietaria,  sede unica di una festa dell’Arte, ma anche di ricordi, da vivere anche senza una meta precisa, dove si percepisce l’atmosfera densa di creatività di un passato, dove vivere il savoir faire unico e raffinato con cui elementi apparentemente distanti sono accostati con leggerezza e originalità a tanti elementi di arredo, realizzati a metà strada fra il design e l’arte.

Qui si capisce che è privilegiato il fare, la capacità di pensare con le mani, artigianato e fatto a mano, dove il termine Arte applicata può essere adeguato a questo spazio, dove la tradizione risulta per certi versi più moderna dell’attualità e l’attualità diventa modernariato prima ancora di nascere… entrambe si contaminano e creano un corto circuito stilistico.

Un atelier d’arte e di design, riproposti in moderne e originali idee, forme, reinvenzioni di oggetti del vivere quotidiano, un mood attuale di souvenir raffinati e ironici, oggetti e forme dalla funzione volutamente imprecisa.

Sembra un paese incantato – Il Salotto di Laura – nella presentazione dei prodotti, il vissuto è un aumento dello story telling che permette di materializzare le sensazioni che la vista di questi elementi magici procura,  un’alchimia che seduce, tra romanticismo, innovazione e consapevolezza dove ogni elemento d’arredo è  pensato per risuonare profondamente con i desideri del suo vecchio  proprietario, diventando estensione della sua personalità e storie, oggetti durevoli e tramandabili, onorando i materiali e le mani che li hanno creati, formando una varietà di prodotti scaturiti da culture  diverse.

Ogni pezzo d’arredo è un’azione informatrice di una funzione, di un ruolo, di una qualità, una quantità, un’emozione, un’immagine di vite vissute, che rimanda a condizioni private e che, concatenate con le altre, sviluppa un senso appropriato ad una verità relativa o assoluta o al suo opposto.

Le parole degli oggetti ci fanno portatori di informazioni sulla vita e per la vita. Le immagini dunque sono parole anch’esse, hanno suono e funzione come le parole e nella loro forma si raccontano come lettere, in una collezione molto speciale quella creata da Laura, che ha nella nipote Anto una valida “spalla” e aiuto, una sintesi di  oggetti che parlano e hanno la loro magia, ogni oggetto è una  storia di altre case,  di altre vite, fatte di poesia, di ricordi di viaggio, di rapporti amorosi, di mani che si stringono, di sorrisi, di bimbi che nascono, di amori che non ci sono più.

Una colonna che regge un vaso Lalique, un telefono che raffigura un Pippo dormiente, gli anni ’40 di una ipotetica casa cittadina, un divano dove si sono tenuti per mano due timidi amanti, una poltrona ottocentesca tappezzata con un tessuto che raffigura un’inedita Frida Kahlo, candele, divani e sedie, mobili fatti di specchi, poster, quadri, tavole apparecchiate, feste, dolori, speranze, un allegra pazzia fatta di colori, ma anche la curiosità affascinante delle domande sul chi, dove, quando, perché…….

Come ci dice Laura Cafulli:

La mia professione è sempre stata dedicata alla  “casa”, mia e quella degli altri, un luogo magico che racchiude e include tanti significati. Ma oggi ho voluto fare qualcosa di nuovo….o di vecchio, ho voluto creare un posto speciale, nato dalla mia curiosità, con elementi di arredo che mi sono cari perché li ho scoperti, e non solo per il valore economico – che non è necessariamente sempre elevato – ma per i luoghi in cui mi portano, per le scoperte e per le vite vissute, per le storie da scrivere e per il piacere di vedere rinascere dal torpore del tempo un pezzetto di umanità che si sarebbe perduto.

 

Perché alla fine, come dico sempre, è il filo della vita al quale dobbiamo  arrendersi al caso, dove ci sono oggetti che chiamano e arrivano, cose che vogliono essere viste e chiedono di essere raccontate, e io non posso fare altre che esaudire il loro desiderio, aspettando curiosa di vedere dove mi condurrà il filo della vita.

Oggi viviamo in un mondo che fa paura ma voglio sognare che il mio “salotto” sia  un immenso acquario dove nuotano sirene ammaliatrici, i tanti animali che hanno vissuto insieme a noi, oggetti che altri hanno amato, stormi di storni cittadini festanti, torrenti di fiori, strade di campagna e case di legno e, sullo sfondo, la musica lontana e nostalgica di un valzer di Chopin.

 

IL SALOTTO DI LAURA di Laura Cafulli

VIA VINCENZO GIOBERTI 30 R – 50121 – FIRENZE 

 

Writer: Cristina Vannuzzi

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