Si è svolto oggi, 24 gennaio 2025, presso l’U.S. Affrico, l’evento “Quelli che il calcio…”
In occasione della Giornata della Memoria, l’U.S. Affrico ha organizzato un incontro intitolato “Quelli che il calcio… Storie di partite e calciatori nei campi di concentramento”. L’evento, realizzato in collaborazione con il Comitato Regionale Toscana L.N.D., l’associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti (A.N.E.D. Firenze), e l’Unione Nazionale Veterani dello Sport, si è tenuto al Teatro Glue di Firenze.
La giornata ha visto la partecipazione di ospiti illustri, tra cui Letizia Perini, assessora allo sport del Comune di Firenze, Tiziano Lanzini, vice presidente di A.N.E.D. Firenze, Paolo Mangini, presidente del Comitato Regionale Toscana L.N.D., Gianni Taccetti, delegato CONI e Paolo Allegretti capo del comitato scientifico dell’Unione Veterani dello Sport.
Valeria Pisacchi, Presidente dell’U.S. Affrico, ha introdotto l’incontro, sottolineando l’importanza di eventi come questo per arricchire il bagaglio culturale e personale dei partecipanti. Ha inoltre ricordato il significato della celebrazione del giorno della memoria.
L’assessora Letizia Perini ha invitato i giovani presenti a riflettere sull’importanza dell’uguaglianza:
“Quando scendete in campo, pensate a quelle persone che non avevano gli stessi diritti. Oggi potete correre e giocare in libertà, ma in passato non era così. Ricordiamoci di chi ha lottato per affermare che siamo tutti uguali.”
Gianni Taccetti ha ribadito quanto sia essenziale portare tematiche come quelle della memoria storica anche nello sport: “Sono felice di essere qui oggi. L’Associazione Veterani dello Sport sta facendo un ottimo lavoro nel promuovere valori fondamentali.”
Ha anche ricordato l’assenza di Simone Cardullo, presidente del CONI Toscana, per motivi di salute.
Paolo Mangini ha espresso gratitudine all’U.S. Affrico e alla Presidente Valeria Pisacchi per l’impegno nella valorizzazione dello sport come veicolo di memoria e crescita personale. Nel suo intervento ha riflettuto sul significato del termine “deportare”, raccontando una toccante vicenda familiare: “Deportare significa portare via qualcuno da tutto ciò che gli è caro. Mio zio venne deportato nel 1944 e non fece mai ritorno.”
Tiziano Lanzini ha guidato il pubblico in un viaggio storico-sportivo, mostrando immagini e video, tra cui la celebre rovesciata del film Fuga per la vittoria. Lanzini ha raccontato di come, persino nel campo di Auschwitz, venne creato un campo di calcio per far giocare i deportati polacchi la domenica, un frammento di umanità in un contesto di disumanità assoluta.
A chiusura dell’evento, Paolo Allegretti, capo del comitato scientifico dell’Unione Nazionale Veterani dello Sport, ha ricordato la storia di Antonio Ceseri, un giovane deportato che, dopo aver rifiutato di aderire al fascismo e alla Repubblica Sociale Italiana, venne inviato in un campo di concentramento in Germania.
Ceseri sopravvisse miracolosamente, nascondendosi sotto un mucchio di cadaveri. Dopo anni di silenzio, iniziò a raccontare la sua storia, trovando nella condivisione un modo per elaborare il trauma. Allegretti ha sottolineato quanto sia cruciale preservare queste memorie per le generazioni future: “Molti hanno preferito dimenticare, ma persone come Antonio ci ricordano il valore del ricordo. Primo Levi scriveva, ma tanti non trovavano le parole per farlo.”
L’evento si è concluso con un caloroso applauso e con la consapevolezza che la memoria, anche attraverso lo sport, può essere uno strumento potente per educare e sensibilizzare.