Firenze tra mistero e sapori: intervista a Wladimiro Borchi sul suo nuovo romanzo

ByLuigi Laserpe

Febbraio 23, 2025

Venerdì 21 febbraio presso il teatro della Chiesa Santi Francesco e Chiara a Montughi, è stato presentato il romanzo di Wladimiro BorchiUn omicidio al lampredotto.

Wladimiro Borchi, è nato a Firenze nel 1973, avvocato di professione, ma appassionato di gialli e romanzi ed ha al suo attivo altri libri, tra cui segnaliamo, Voci nel silenzio che si è aggiudicato la medaglia di bronzo alle Olimpiadi della scrittura, e Vivo nel buio che ha ricevuto la menzione d’onore al Premio Argentario.

Abbiamo scambiato due battute con l’autore del romanzo, prima della presentazione al pubblico che è stata moderata da Leonardo Sorelli.

Wladimiro Borchi, dal titolo questo romanzo giallo, appare come un libro dedicato a Firenze?

Si è un libro dedicato a Firenze, un libro in cui è protagonista la nostra città , oltre a esserci Leone Serafini l’investigatore e la sua storia, e il suo rapporto con suo padre. E anche un atto d’amore verso Firenze, proprio perché la protagonista è Firenze, ed è un ritornare a casa del protagonista, che per vicende che scoprirete leggendo il libro, è stato per 11 anni in Brasile, ma costretto a tornare a Firenze, fatalmente e se ne rinnamora.

Come nasce questo libro?

Quali sono gli spunti che l’hanno portato a scrivere questo giallo ?

Il libro nasce essenzialmente da un’idea di fondo, parte sempre da un flash momentaneo.

Io ho immaginato un modo per cui, questo mio protagonista, (che avevoscritto tanti anni fa con altre storie, che poi non ho mai pubblicato)Leone Serafini, ex avvocato diventato investigatore privato, dovesse tornare a Firenze.

E quale motivo poteva riportarlo a Firenze? Una città che l’aveva deluso, per tanti aspetti (che si leggono nel libro)

Il motivo è il padre. Il padre è in pericolo, perché è accusato d’omicidio e allora Leone deve tornare nella sua Firenze, deve riaccettare quelle cose che non gli piacciono, ma ne scopre altre, che lo fanno nuovamente innamorare della sua città.

Non vi spoilerò nulla, però insomma alla fine non è detto che lui Leone Serafini ,torni in Brasile.

Perché intitolarlo “Omicidio al lampredotto?

Al lampredotto perché il protagonista è una sorta di “Grande Lebonski( film del 1998 ) un uomo un po’ fuori tempo massimo, un po’ figlio dei fiori, un po’ amante della libertà, della giustizia in senso stretto, però è fiorentino, per cui è al  lampredotto, è quindi un Grande Lebonski al lampredotto . E quando io proposi il romanzo all’editore Carlo Frilli, scrissi un pitch ( breve riassunto del libro ) di poche righe, che diceva appunto un Grande Lebonski al gusto di lampredotto, che torna a Firenze per salvare suo padre da una accusa ingiusta.

Questo era il pitch di poche righe e a Carlo Frilli, piacque tantissimo questa idea di un Grande Lebonski a lampredotto, tanto che poi ha intitolato il libro Omicidio a Lampredotto . Devo confessarvi che non mi è piaciuto subito il titolo, ma riflettendoci sopra, ho capito che era il titolo giusto, perché il lampredotto comunque è protagonista di una scena centrale del romanzo.

Perché questa passione per i gialli o comunque per il romanzi più noir ?

Mi piacciono i gialli, li scrivo da sempre praticamente, ho sempre letto tantissimi gialli,  li ho sempre tanti letti, io sono cresciuto con Agatha Christie, con le avventure soprattutto di Poirot, poi con anche James Carr, anche gialli un po’ meno classici e poi adesso con  i gialli contemporanei, giallisti soprattutto italiani inutile citare il grandissimo Camilleri ma anche quelli meno noti come possono essere Diego Lama, che secondo me è bravissimo oppure Maria Luisa Luisi, che è una new entry nel mondo del giallo, appunto questa passione ha fatto si che scrivessi romanzi gialli. Poi facendo l’avvocato, ho cercato di scrivere con cognizione di causa, conoscendo le norme giuridiche e il processo penale come funziona in Italia. Vede le faccio un esempio: a volte leggiamo nei romanzi che un poliziotto ha bisogno del mandato per entrare in un appartamento, non è così in Italia, il mandato non esiste, eventualmente avrà un decreto di perquisizione firmato da un pubblico ministero.

Insomma un libro assolutamente da leggere, perché lo scrittore riesce ad unire, ironia, noir,  in un gioco a incastro, che sorprende il lettore pagina dopo pagina, il tutto con Firenze e la sua bellezza sullo sfondo.

Al termine della presentazione non poteva mancare il protagonista del libro, il lampredotto, che è stato offerto, con tanto di panino, al pubblico presente alla presentazione.

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