Oggi, 20 marzo 2025, gli studenti dell’Università di Firenze si sono riuniti per una manifestazione di protesta nel distretto di Novoli. L’obiettivo della manifestazione è stato quello di esprimere il loro disappunto contro i tagli all’istruzione, la guerra e la precarietà che colpiscono non solo il mondo del lavoro, ma anche quello accademico.
Le richieste degli studenti
La protesta ha visto la partecipazione di molti studenti che hanno deciso di scendere in piazza per chiedere un cambiamento nell’università italiana. Martina, una studentessa di giurisprudenza, ha detto: “Siamo contro le politiche di alcune università che non ci tutelano adeguatamente, con il continuo aumento delle tasse e la riduzione dei servizi.”
Mario, un altro studente di Giurisprudenza, ha aggiunto: “Chiediamo un’università che rispetti di più gli studenti, che ci permetta di studiare senza stress eccessivo, e che dia più spazio alla qualità dell’apprendimento.”
Luigi, un giovane universitario di scienze sociali, ha sottolineato la necessità di seguire l’esempio di altri paesi europei: “In Italia, l’università dovrebbe essere più accessibile, con maggiore attenzione alle necessità quotidiane degli studenti, come il miglioramento delle mense e la riduzione dei costi generali”.
Anche Alessandra, una studentessa di Scienze Politiche , ha voluto esprimere la sua opinione sulla situazione attuale: “Molti studenti sono costretti a lavorare per mantenersi agli studi, e questo rende difficile concentrarsi su un percorso di laurea di qualità. Chiediamo più supporto economico e maggiori opportunità per chi studia”.
Francesco, uno studente di Scienze Politiche, ha aggiunto: “Non possiamo più accettare di vivere in un sistema che riduce le risorse per l’università, penalizzando chi studia e ricerca. L’università deve essere un luogo di crescita e innovazione, non di sacrifici continui”.
Solidarietà dai lavoratori della GKN
La lotta degli studenti ha trovato anche il sostegno dei lavoratori della GKN, che hanno deciso di unirsi alla protesta. I lavoratori hanno espresso solidarietà, ritenendo che le battaglie per un lavoro dignitoso e per un’istruzione migliore siano strettamente legate. “Vogliamo un futuro migliore per tutti, in cui l’università sia davvero al servizio degli studenti e non un luogo in cui si fa profitto a discapito della qualità della formazione”, hanno dichiarato alcuni rappresentanti dei lavoratori.
La partecipazione dei sindacati
Anche i sindacati sono scesi in piazza per sostenere la causa degli studenti. I rappresentanti sindacali hanno ribadito che il diritto all’istruzione pubblica di qualità deve essere difeso, soprattutto in un periodo in cui le politiche di austerità stanno mettendo a rischio l’accessibilità e la qualità dei servizi universitari.
Un futuro migliore per l’università
La manifestazione di oggi è stata un chiaro segnale della volontà degli studenti di difendere i propri diritti e di chiedere una riforma che faccia finalmente fronte alle reali esigenze degli universitari. Con l’appoggio dei lavoratori e dei sindacati, la speranza è che queste voci unite possano portare a un cambiamento concreto per garantire un futuro migliore per l’istruzione in Italia.
La Riforma Bernini e le sue implicazioni
La recente proposta di riforma Bernini ha suscitato preoccupazioni tra gli studenti e il mondo accademico. Con circa 135 milioni di euro destinati a un fondo totale di 9 miliardi di euro, il governo ha deciso di ridurre i Fondi di Funzionamento Ordinario (FFO) per 137 milioni di euro. A questa riduzione si aggiunge il mancato finanziamento del piano straordinario per il reclutamento di personale universitario, che avrebbe dovuto ammontare a 340 milioni di euro per il 2024. La riduzione del 5,5% nominale, senza considerare l’effetto dell’inflazione, ha colpito duramente i fondi per la ricerca italiana, mettendo a rischio la qualità delle istituzioni accademiche.
Precarietà e nuove forme contrattuali
Una delle questioni principali sollevate dagli studenti è il crescente precarietà nel mondo accademico. La riforma propone l’introduzione di quattro nuove forme contrattuali per il periodo pre-ruolo, tra cui il contratto post-doc, il borsista junior e il professore aggiunto. Queste misure, che reintroducono contratti precari, vanno contro l’idea della riforma precedente, che mirava a creare una sola forma di contratto di ricerca. Gli studenti denunciano che, con l’attuale sistema, il periodo di precarietà tra la fine del dottorato e l’assunzione a tempo indeterminato supera i dieci anni, impedendo così una vera e propria carriera accademica stabile.
Le condizioni di lavoro degli universitari precari sono ormai insostenibili: l’impossibilità di fare ricerca a lungo termine, di insegnare in modo stabile e di costruire una vita familiare sono solo alcune delle difficoltà che molti giovani ricercatori si trovano ad affrontare.
Cosa fare per cambiare le cose
Gli studenti e i lavoratori continuano a lottare per un’università più giusta e accessibile. Chi è interessato a conoscere meglio la situazione del precariato universitario e a seguire gli sviluppi delle proteste, può informarsi attraverso i canali social dell’Assemblea Precaria di Firenze. Inoltre, ogni martedì alle 18:00 si tiene un incontro in assemblea, con luoghi che vengono annunciati settimanalmente sulla pagina Instagram dell’assemblea.
Il DDL attualmente è sospeso, ma non ritirato, e la CRUI continua a sostenerlo. Inoltre, è in corso una nuova stesura della riforma universitaria, questa volta ancor più aziendalista e lontana dalle necessità degli studenti e dei lavoratori. Gli studenti sono determinati a far sentire la loro voce, per contrastare questa direzione e lavorare insieme verso un’università che ponga al centro la ricerca, l’insegnamento e il benessere degli studenti e del personale accademico.