Lorenzo Zazzeri: il nuotatore fiorentino racconta la sua carriera sportiva e il rapporto con l’esercito

ByGiovanni Buccarelli

Marzo 24, 2025

Lorenzo Zazzeri è uno dei nuotatori italiani più talentuosi e versatili, specialista nei 50 e 100 metri stile libero. Medaglia olimpica a Tokyo 2020, ha rappresentato l’Italia in numerose competizioni internazionali, distinguendosi per determinazione e spirito competitivo. Oltre alla carriera sportiva, coltiva una grande passione per l’arte, che studia presso le Belle Arti di Firenze, e promuove progetti educativi per diffondere l’importanza del connubio tra studio e sport. Attualmente si allena a Firenze, con l’obiettivo di continuare a eccellere a livello mondiale e qualificarsi per le Olimpiadi di Los Angeles 2028.

FN: Qual è stato il momento più emozionante della sua carriera fino ad oggi?

LZ: Il momento più emozionante è stato sicuramente la qualificazione alla mia prima Olimpiade. È stato il sogno che ho coltivato sin da bambino e poterlo realizzare è stata un’emozione indescrivibile. Anche l’esperienza olimpica in sé è stata magica, in particolare quella di Tokyo, che ricordo con affetto e un pizzico di malinconia. La qualificazione a Parigi 2024 l’ho vissuta con un’intensità diversa, perché ormai davo quasi per scontato l’accesso ai Giochi. Proprio per questo motivo, il ricordo più speciale rimane la qualificazione a Tokyo.

FN: Come si è avvicinato al nuoto e quando ha capito che sarebbe diventato la sua professione?

LZ: Mi sono avvicinato al nuoto grazie a mia madre, che è istruttrice di nuoto e laureata all’ISEF. Inizialmente non mi piaceva molto stare in acqua, ma con l’inizio delle competizioni ho scoperto il fascino della sfida e del confronto con gli altri. Vedere i primi risultati positivi mi ha motivato ancora di più, e col tempo ho capito che il nuoto sarebbe stato più di una semplice passione: sarebbe diventato la mia professione.

FN: C’è una medaglia che ha per lei un valore speciale?

LZ: Sicuramente la medaglia olimpica di Tokyo 2020. È stato il culmine di un percorso lungo e impegnativo, un traguardo che ha segnato un ulteriore step nella mia carriera. Un altro momento che ricordo con grande emozione è stato il mio primo titolo italiano: diventare il nuotatore più veloce nei 50 stile libero in Italia è stato un risultato che rimarrà per sempre impresso nella mia carriera.

FN: Quanto è importante l’aspetto mentale ai suoi livelli?

LZ: La componente mentale è fondamentale. L’allenamento fisico può portare fino a un certo punto, ma la gestione dell’ansia, la capacità di performare sotto pressione e la concentrazione nel momento presente sono qualità essenziali. Il nuoto ti mette di fronte a queste sfide fin dalla tenera età, e nel tempo ho imparato a conoscerle e a gestirle.

FN: Quali sono stati gli avversari che l’hanno messa più in difficoltà nel corso degli anni

LZ: Ne ho avuti molti. Da giovane, in Nazionale, ho avuto come compagno Giuseppe Gottuso, che era un grande stimolo per me perché riusciva sempre a battermi, spingendomi a migliorare. Crescendo, ho affrontato atleti del calibro di Luca Dotto e Marco Corsi. Negli ultimi anni, i miei avversari più ostici sono Leonardo Deplano, Alessandro Miressi, Thomas Ceccon e Matteo Restivo, che però è anche il mio compagno di allenamento e con cui ho avviato il podcast Sportivamente.

FN: Oltre al nuoto, ha una grande passione per l’arte. Come riesce a conciliare queste due attività?

LZ: L’arte è il mio rifugio mentale, il modo in cui riesco a esprimere ciò che ho dentro. Attualmente sto studiando presso le Belle Arti di Firenze e questo mi permette di sentirmi non solo un atleta, ma anche uno studente. In passato mi sono laureato in Scienze Motorie, ma il disegno è sempre stato parte della mia vita. Il mio sogno è riuscire a inserirlo nel mio percorso lavorativo e diventare un artista capace di comunicare attraverso le sue opere.

FN: Quali sono i suoi prossimi obiettivi?

LZ: Dopo un ciclo olimpico, non è mai facile ripartire e trovare nuove motivazioni. A lungo termine, il mio obiettivo principale è qualificarmi per le Olimpiadi di Los Angeles 2028, quando avrò quasi 34 anni. Nel frattempo, ci sono molte competizioni importanti, come gli Europei, i Mondiali e i Campionati Italiani primaverili, che saranno fondamentali per qualificarsi ai Mondiali di Singapore.

FN: Sappiamo che è molto vicino alla Fiorentina e in particolare a Edoardo Bove. Come ha vissuto la sua recente vicenda?

LZ: Edoardo è un ragazzo genuino e sensibile, con cui ho instaurato un ottimo rapporto. Ho vissuto una situazione simile due anni fa, quando ho avuto uno shock anafilattico che ha comportato esami cardiaci approfonditi. Per mesi non ho potuto nuotare, ed è stato un periodo difficile. Per questo motivo, mi sono rivisto nella sua situazione e so cosa si prova a livello mentale e psicologico. Ne abbiamo parlato recentemente al Viola Park, e gli auguro il meglio per il suo futuro.

FN: Ci racconti il progetto che sta portando avanti con le scuole fiorentine e la Fiorentina.

LZ: Credo molto nel connubio tra sport e studio. Per questo motivo, sto portando avanti un progetto con le scuole e le università per sensibilizzare i giovani su tematiche spesso poco discusse in Italia. La Fiorentina ha dimostrato una grande attenzione verso i ragazzi, e collaborare con loro per diffondere messaggi di coraggio e organizzazione è stato un grande onore.

FN: Firenze sta diventando un punto di riferimento per il nuoto italiano. Come valuta la situazione delle strutture?

LZ: Mi alleno alla piscina di Bellariva, un impianto storico costruito negli anni ’70, ma ancora oggi molto valido. È una vasca olimpica da 50 metri, elemento fondamentale per la preparazione a livello professionistico. Grazie alla Rari Nantes Florentia e al mio allenatore Paolo Palchetti, questo centro sta attirando sempre più atleti da tutta Italia.

FN: Come riesce a bilanciare l’allenamento in piscina con il lavoro in palestra?

LZ: Sono due aspetti complementari. Nuoto tutti i giorni e tre volte a settimana ho doppie sessioni. La palestra è fondamentale per migliorare la potenza e il rafforzamento muscolare, ma deve essere calibrata in base al lavoro svolto in acqua per garantire il massimo rendimento.

FN: Quanto è stato importante il supporto dell’Esercito Italiano per la sua carriera?

LZ: È stato fondamentale. Senza il sostegno delle forze armate, molti atleti non potrebbero proseguire la loro carriera oltre i 30 anni. L’Italia ha conquistato 40 medaglie olimpiche anche grazie a questo sistema, che permette agli sportivi di continuare a inseguire i propri sogni.

Fonte LaCasaDelloSport

https://youtu.be/vS-fA7DDU5Y?si=JCN9bGyvqLu87_lq

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