Michele Pierguidi, il presidente del Quartiere 2 di Firenze, una figura che unisce istituzioni, sport e tradizione popolare. Da sempre presente nei luoghi simbolo della zona, rappresenta un punto di riferimento per cittadini, associazioni e realtà sportive. In questa intervista racconta presente e futuro del Q2, tra cantieri, partecipazione e un entusiasmo crescente per lo sport
FN:Presidente Pierguidi, Quartiere 2 è un microcosmo che contiene passato, futuro, sport, cultura e complessità urbana. Da presidente, ma anche da uomo profondamente legato al territorio, come racconterebbe oggi l’identità del Q2?
MP: È una zona grande, popolare e densamente abitata. È anche l’area con il maggior numero di impianti sportivi della città: lo stadio Artemio Franchi, il Mandela Forum, il Centro Tecnico di Coverciano e tante associazioni, soprattutto attive a Campo di Marte. Una realtà con una forte vocazione allo sport.
FN: Lei è una figura molto presente sul territorio. Quanto conta esserci davvero?
MP: È fondamentale. Essere presenti nei luoghi, parlare con le persone, partecipare: questo ti rende riconoscibile e ti fa guadagnare fiducia. L’esperienza con il Calcio Storico, che porto avanti da quindici anni, si è rivelata una grande palestra. È un onore rappresentare una manifestazione così radicata nella storia fiorentina.
FN: Il Q2 è attraversato da grandi lavori, come la tramvia e la riqualificazione dello stadio Franchi. Come si coniugano queste trasformazioni con la qualità della vita?
MP: Senza cantieri, non ci sarebbe progresso. Sono convinto che, una volta conclusi, sia lo stadio che la tramvia porteranno benefici concreti. Il vero nodo sono i lavori in corso: dobbiamo vigilare affinché i tempi siano rispettati e gli interventi realizzati come si deve. Saremo presenti, anche fisicamente, per controllare.
FN: Oggi si parla molto di partecipazione. È ancora possibile coinvolgere davvero i cittadini?
MP: Certo. Serve dialogo, ascolto, presenza. Rispondere alle email, usare bene i social, ma soprattutto stare nei quartieri, parlare con la gente. L’ascolto diretto resta il modo migliore per costruire fiducia.
FN: L’Affrico è ai playoff per la Serie D, la Sancat in corsa per la Serie B. È un periodo d’oro per lo sport nel Q2.
MP: Sì, è un momento davvero importante. La Sancat, con Marco Ciani e Antonio Calamai, sta lavorando benissimo. È nata anche la Firenze Basketball Academy, una realtà di riferimento nel settore giovanile a livello nazionale. Sono stato anche presidente della Sancat, quindi la seguo con affetto. L’Affrico, invece, ha vinto il campionato nazionale Allievi l’anno scorso e ora è in corsa per la promozione in Serie D. Stanno facendo un grande lavoro.
FN: Cosa significa questa crescita per il territorio?
MP: Quando le società funzionano bene, è un vantaggio per tutti: per i ragazzi che crescono in ambienti sani, per le famiglie che si affidano a loro, e per la comunità che si rafforza.
FN: Lei è anche presidente del Calcio Storico. Come si mantiene viva una tradizione così forte?
MP: Restando fedeli ai valori di base e lavorando insieme a chi ci crede davvero. Servono passione, responsabilità e rispetto. Solo così si può andare avanti senza perdere l’identità.
FN: Se potesse immaginare il Quartiere 2 tra dieci anni, cosa vorrebbe vedere?
MP: Vorrei lo stadio Franchi rinnovato, con la copertura e le curve più vicine al campo. La tramvia che arriva fino a Rovezzano. Il nuovo Padovani e la piscina spostata a Campo di Marte. Sono interventi che, spero, saranno pronti molto prima che tra dieci anni.
FN: Stasera al Mandela Forum c’è il derby tra Sancat e Pino Dragons. Che momento sarà?
MP: Sarà una grande festa per il basket fiorentino. Ringrazio la Sancat per l’organizzazione. Ci sarà tanta gente, ed è giusto così. Per i ragazzi cresciuti nel minibasket e oggi in prima squadra, sarà un momento speciale. Soprattutto per quelli della Sancat, che giocano alla Dino Compagni, palestra priva di tribune. Per loro il Mandela Forum sarà una vera emozione. Se lo meritano