Allarme rosso per l’olio di Toscana: perso il 40% degli uliveti intorno a Firenze in 40 Anni

Studio choc a Villa Bardini: l’olivicoltura periurbana fiorentina in declino. Confagricoltura chiede politiche urgenti per salvare un’eccellenza e il paesaggio

Un dato allarmante scuote il cuore verde della Toscana: negli ultimi 40 anni, la provincia di Firenze ha visto svanire ben il 40% della superficie agricola coltivata ad olivi. La drammatica fotografia emerge da una ricerca commissionata dalla Fondazione CR Firenze e presentata oggi a Villa Bardini durante l’evento “L’olivicoltura dell’area periurbana fiorentina”, organizzato dall’Unione Agricoltori di Firenze. Lo studio, curato dagli esperti Alessandro Pacciani e Daniela Toccaceli del Laboratorio Gaia Innova della Fondazione Pin, lancia un grido d’allarme sulla tenuta di un comparto strategico, profondamente radicato nel paesaggio e nella tradizione agricola fiorentina.

Un patrimonio a rischio: numeri impietosi per l’oro verde fiorentino

Nonostante la resilienza di 2.185 aziende agricole attive su 2.495 che ancora coltivano l’olivo nei comuni collinari intorno a Firenze, la perdita di superficie olivicola è un segnale inequivocabile di un’emorragia che rischia di compromettere un’eccellenza del territorio. La ricerca mette in luce le difficoltà strutturali che affliggono il settore, nonostante la riconosciuta qualità, sostenibilità e attenzione ai mercati di nicchia dei produttori locali.

Colpizzi (Confagricoltura Firenze): “Politiche ad hoc per salvare identità e competitività”

“Per contrastare l’abbandono e sostenere chi continua a credere in questa coltura simbolo del nostro territorio servono politiche ad hoc. Bisogna promuovere condizioni tecniche e commerciali che valorizzino l’identità delle nostre aziende, investire nella competitività e nelle tecnologie con quell’approccio sostenibile, dal punto di vista economico, ambientale e sociale, che è insito nel DNA dei nostri imprenditori da sempre, per costruire nuove condizioni di rafforzamento della filiera in chiave moderna, anche sotto il profilo organizzativo”, ha dichiarato con urgenza Francesco Colpizzi, presidente di Confagricoltura Firenze.

Fondazione CR Firenze: L’agricoltura presidio vitale del territorio

Maria Oliva Scaramuzzi, vicepresidente della Fondazione CR Firenze, ha sottolineato la consapevolezza del ruolo cruciale dell’agricoltura, e in particolare dell’olivicoltura, come “veri e propri presìdi del territorio, capaci di modellare il paesaggio, di mantenerlo vivo, curato e produttivo, specie in Toscana”. Il sostegno alla ricerca nasce proprio dalla volontà di fornire una base di riflessione per istituzioni e associazioni di categoria per tutelare al meglio questo inestimabile patrimonio paesaggistico.

Governo e regione uniti per il rilancio: piano olivicolo nazionale e valorizzazione della qualità

Il sottosegretario al Masaf, Patrizio La Pietra, ha ribadito l’obiettivo ambizioso di riportare l’olivicoltura nazionale, e quella toscana, protagonista del mercato mondiale attraverso investimenti, ricerca, innovazione, origine certificata, tracciabilità e campagne di sensibilizzazione per valorizzare l’olio Evo d’eccellenza. Sulla stessa linea la vicepresidente della Regione Toscana, Stefania Saccardi, che ha sollecitato un piano nazionale sull’olivicoltura e un “salto culturale” per valorizzare l’olio toscano non solo per il suo gusto, ma anche per le sue proprietà nutraceutiche.

Olivicoltura fiorentina: eccellenza incompetitiva, urge un cambio di passo

Tommaso Miari Fulcis, presidente della Sezione Olivicoltura dell’Unione degli Agricoltori di Firenze, ha evidenziato come gli oliveti intorno a Firenze producano ben l’11% dell’olio toscano, ma le specificità orografiche, un modello di coltivazione spesso arcaico e una filiera disorganizzata rendano l’olivicoltura fiorentina scarsamente competitiva, nonostante produzioni di assoluta eccellenza. La sua conclusione è un appello urgente alla “messa a terra di strumenti finalizzati a rinnovare e razionalizzare gli oliveti ed i frantoi” e a una migliore qualificazione commerciale distintiva per l’olio fiorentino, con un efficace coordinamento tra le aziende.

L’allarme lanciato da Confagricoltura Firenze e i dati impietosi dello studio CR Firenze delineano un futuro incerto per un simbolo del paesaggio e dell’economia toscana. Solo politiche mirate, investimenti in innovazione e una rinnovata organizzazione della filiera potranno invertire la rotta e garantire una conservazione dinamica di un patrimonio che va ben oltre il mero valore economico. L’oro verde fiorentino ha bisogno di una nuova primavera.

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