Il presidente Neri denuncia le difficoltà del settore: “Non possiamo essere le vittime sacrificali di scelte ambientali miopi. Serve un piano strutturale per la competitività”
L’agricoltura toscana si trova ad affrontare una delle crisi più difficili degli ultimi anni. Cambiamenti climatici estremi, concorrenza internazionale, pressione fiscale e normative ambientali sempre più stringenti stanno mettendo in ginocchio le imprese del settore. A lanciare l’allarme è Confagricoltura Toscana, che chiede alle istituzioni un’inversione di rotta immediata.
Clima e mercati: una tempesta perfetta
Il 2024 è stato l’anno più caldo di sempre: siccità al Sud, alluvioni al Nord e raccolti dimezzati hanno colpito duramente gli agricoltori. A peggiorare la situazione si aggiunge l’aumento delle fitopatie, con interi comparti produttivi devastati. La crisi climatica si intreccia con una crescente competizione internazionale, che vede le importazioni dall’estero aumentare a discapito delle produzioni locali.
“Per anni siamo stati vittime di decisioni imposte dall’alto che hanno penalizzato le nostre imprese, mentre i prodotti esteri invadono i mercati. Il governo ha iniziato a muoversi nella giusta direzione, ma non è abbastanza. Serve un cambio di passo radicale” afferma Marco Neri, presidente di Confagricoltura Toscana.
Vincoli ambientali e burocrazia: un freno alla produttività
Confagricoltura Toscana denuncia come le attuali politiche ambientali impongano vincoli senza offrire strumenti adeguati per affrontare le transizioni. “Non possiamo continuare a essere le vittime sacrificali di politiche scollegate dalla realtà” attacca Neri. “Siamo i primi a voler proteggere l’ambiente, ma le misure devono coniugare sostenibilità e produttività. L’Unione Europea deve smettere di imporre restrizioni senza fornire alternative concrete”, sostiene il presidente di Confagricoltura Toscana.
Oltre ai vincoli ambientali, un altro ostacolo è rappresentato dalla burocrazia soffocante, che rallenta le procedure e complica l’accesso ai fondi e agli incentivi. “Le imprese agricole hanno bisogno di strumenti concreti per crescere, non di ostacoli amministrativi che ne limitano lo sviluppo”, sottolinea Neri.
La richiesta di un piano di crescita
Confagricoltura Toscana chiede un piano di crescita strutturale, che garantisca alle aziende agricole stabilità economica e competitività sui mercati. Senza interventi mirati, il settore rischia di soccombere. “Non siamo un sindacato da piazza, ma non siamo neppure disposti a farci mettere da parte. Se non vedremo passi avanti concreti, ci faremo sentire con ancora maggiore forza”, conclude Neri.
L’agricoltura toscana non può essere sacrificata: è necessario un intervento deciso per garantire un futuro sostenibile e competitivo al settore primario della regione.