Nel cuore dell’inverno 2025, le strade e le piazze di Firenze sono animate da uno spettacolo naturale tanto affascinante quanto problematico: le murmurations degli storni. Questi straordinari voli sincronizzati, che ricordano le strategie difensive dei banchi di pesci, servono a confondere i predatori come falchi e rapaci. Tuttavia, dietro la bellezza di queste coreografie aeree si cela una questione sempre più urgente per la città: la sovrappopolazione di storni, aggravata dal riscaldamento globale.
Temperature alte
Le temperature insolitamente alte di questo inverno hanno creato condizioni ideali per la sopravvivenza e la riproduzione degli storni. Normalmente, questi uccelli migrano verso climi più caldi, ma il clima mite ha ridotto la necessità di spostarsi, portando a un aumento della loro presenza nei centri urbani. A primavera, la situazione potrebbe peggiorare: gli storni effettuano fino a tre covate l’anno, con ogni coppia che può allevare fino a una ventina di piccoli.
Gli storni, sebbene protetti in Italia e in gran parte d’Europa, sono considerati dannosi per l’agricoltura, poiché grandi stormi possono distruggere raccolti di frutta, olive e cereali. Nei centri urbani, le enormi colonie di questi uccelli creano disagi significativi: accumuli di guano imbrattano strade, monumenti e auto, rendendo le superfici scivolose e accelerando il degrado delle strutture storiche. Inoltre, il guano favorisce la diffusione di malattie micotiche, protozoarie, virali, parassitarie e batteriche, rappresentando una seria minaccia per la salute pubblica.
Al calare del sole, gli stormi si radunano sugli alberi nelle piazze e nei giardini cittadini, creando un frastuono che disturba la quiete pubblica e incrementa il disagio tra i residenti.
Nonostante la crescente emergenza, a Firenze non sono ancora stati attivati piani di controllo specifici per limitare il numero di storni in area urbana. Questo potrebbe dipendere da diversi fattori: lo storno è tutelato a livello europeo dalla Direttiva Uccelli (79/409/CEE), che ne limita l’abbattimento; le tecniche di allontanamento, come l’uso di falchi addestrati, sistemi acustici o la potatura degli alberi dormitorio, hanno un’efficacia limitata e richiedono interventi costanti; infine, le amministrazioni locali non hanno ancora adottato strategie unificate, lasciando i singoli comuni a gestire il problema con misure temporanee.
Trend climatico
Se il trend climatico attuale continuerà, Firenze e altre città italiane dovranno adottare strategie più efficaci per contenere la presenza degli storni. Tra gli interventi possibili vi sono la modifica dell’habitat urbano per ridurre le aree favorevoli alla nidificazione, l’utilizzo di tecnologie di allontanamento (come droni, richiami acustici e sistemi di luci) e interventi ecologici per favorire la presenza di predatori naturali, come falchi e gheppi.
Il cambiamento climatico sta trasformando l’ecosistema urbano, e la sovrappopolazione degli storni a Firenze è solo uno dei tanti effetti. Ignorare il problema potrebbe portare a conseguenze gravi per l’igiene pubblica, il decoro della città e la qualità della vita dei cittadini. Servono azioni concrete e coordinate, prima che la primavera porti con sé un’invasione ancora più difficile da gestire.