L’organizzazione Acli Toscana ha sollevato un allarmante paradosso che sta colpendo le donne vittime di violenza domestica. Secondo quanto riportato dalla responsabile regionale delle pari opportunità, Elena Lo Giacco, molti padri violenti, allontanati dalle famiglie con ordinanze cautelari, continuano a percepire l’assegno unico universale al posto delle madri che si occupano dei figli.
Lo Giacco ha evidenziato l’esistenza di una realtà sommersa e dimenticata dal legislatore, rappresentata dalle donne costrette a lasciare le proprie abitazioni con i figli e a cercare rifugio nei centri antiviolenza. Il progetto avviato da Acli Toscana mira a semplificare l’accesso ai diritti per queste donne attraverso i servizi del Caf e del Patronato Acli, ma ha rivelato una criticità nella gestione delle risorse.
“È un paradosso e un’ulteriore violenza contro le madri a cui bisogna dire basta”, ha dichiarato Lo Giacco. La burocrazia ordinaria, applicata rigidamente anche in situazioni straordinarie e transitorie come quelle delle donne vittime di violenza, non solo non tutela adeguatamente, ma crea situazioni paradossali.
In diversi centri antiviolenza della Toscana, comprese le città di Pisa, Empoli, Grosseto, Prato, Firenze e Livorno, si è riscontrato che uomini maltrattanti, allontanati dai minori con ordinanze cautelari, continuano a percepire l’assegno unico universale al posto delle madri. Questa situazione è complicata dalla mancanza di risposte immediate ed efficaci da parte di alcune sedi INPS, che sembrano operare nella lacuna normativa esistente.
Giacomo Martelli, presidente regionale di Acli Toscana, ha sottolineato l’importanza di sensibilizzare le istituzioni e trovare soluzioni chiare e sistematiche per disciplinare casi come questi, sempre più frequenti. L’organizzazione prevede di convocare un tavolo tecnico con la CRPO della Regione Toscana, i centri antiviolenza, la Direzione Regionale INPS e le autorità competenti per affrontare questa problematica.
“La tutela dei diritti delle donne passa anche attraverso una semplificazione burocratica sistematizzata in grado di rimuovere tutti quegli ostacoli che limitano il pieno godimento dei diritti e rallentano il raggiungimento dell’autonomia delle donne in uscita dalla violenza”, ha concluso Martelli.