Disturbi alimentari in aumento tra i giovani toscani: post pandemia e social media sono le principali cause secondo gli psicologi toscani

Presidente dell’Ordine degli Psicologi della Toscana e psicologa specializzata sottolineano l’importanza di una rete di sostegno per contrastare il fenomeno

 

Nel contesto della Giornata nazionale dedicata ai disturbi del comportamento alimentare, la presidente dell’Ordine degli Psicologi della Toscana, Maria Antonietta Gulino, insieme alla psicologa Valentina Aletti, hanno evidenziato la crescente prevalenza dei disturbi alimentari tra i giovani toscani, attribuendo una parte significativa della responsabilità al periodo post pandemia e all’influenza dei social media.

Gulino ha sottolineato che l’età d’esordio dei disturbi alimentari tra i giovani è in costante diminuzione e che i social media rappresentano un rischio significativo, poiché promuovono ideali irrealistici di magrezza che influenzano negativamente la percezione del corpo e spingono i giovani verso diete restrittive e stili di vita dannosi.

“Quando si parla di disturbi legati all’alimentazione non ci si riferisce solo al disagio legato all’immagine del corpo, ma anche a dinamiche famigliari, sociali e interiori, più o meno problematiche” dice Gulino. “Oltretutto l’insorgenza di questo fenomeno si è fatta sempre più precoce. Gli ‘ideali’ di magrezza che vengono proposti dai social media hanno ripercussioni fortissime sulla percezione di sé e spingono le giovani ragazze a diete restrittive e stili di vita pericolosi per la salute” sottolinea l’esperta.

Sofferenza legata ai disturbi coinvolge anche i familiari

Valentina Aletti ha aggiunto che la sofferenza legata ai disturbi alimentari non riguarda solo l’individuo, ma coinvolge anche il contesto famigliare, sottolineando l’importanza per i genitori di riconoscere i segnali di allarme e di cercare l’aiuto di professionisti sanitari qualificati.

“La sofferenza legata a un disturbo alimentare colpisce anche il contesto famigliare. È importante che i genitori riconoscano i campanelli d’allarme e si rivolgano ai professionisti sanitari competenti. Improvvisi cambiamenti dello stile di vita per un tempo prolungato possono essere indicatori di un disagio psicologico”, spiega la psicologa.

Entrambe le esperte hanno sottolineato la necessità di potenziare la rete di supporto pubblico e privato per far fronte alla crescente domanda di assistenza. Attualmente, le strutture adibite sono poche, con posti limitati e lunghe liste di attesa, pertanto è fondamentale promuovere la collaborazione tra settori pubblici e privati per garantire un adeguato supporto ai giovani toscani affetti da disturbi alimentari.

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