L’ Arno è il grande fiume che passa da Firenze e lo fa da secoli con fare discreto cercando con la sua voce sommersa di portare al cuore dei fiorentini i suoi preziosi consigli, le sue storie, i fatti che contengono la storia di Firenze. Il grande fiume racconta, come faceva il Po nei romanzi di Guareschi, basta saperlo ascoltare. È forse lui che infonde in tutti i fiorentini quel qualcosa di innato, di geniale, creativo, che a Firenze nasce, cresce e si trasforma in arte sotto ogni sua forma.
Quel pensiero, quella voce, che chi l’ascolta la fa sua e la porta con sé creando bellezza e vita. Così è accaduto da sempre e sempre accadrà. Il Quartiere più vicino al grande fiume è l’ Oltrarno, dove il rione di Santo Spirito con la sua San Frediano di bianco vestito è quello che sente di più la sua voce e da li negli anni ’70 a Firenze sono nate vicine vicine due realtà, che oggi vivono e rivivvono da sempre in ogni Fiorentino. Il cinema Universale e il bar Coba dove nacquero gli Ultras Viola.
Oggi non ci sono più né il cinema né il bar CoBa che prende il suo inusuale nome da una delle tante divisioni dell’Italia e di Firenze. Infatti l’ex bar deve il suo nome alle due fazioni di appassionati del ciclismo degli anni ’50 allora divise tra Coppi e Bartali, così per non far torto a nessuno, visto che era frequentato da entrambe le due fazioni il bar si chiamò CoBa. Questo piccolo bar quasi anonimo dopo Coppi e Bartali divenne sede del Viola Club Pignone, ma un giorno come per magia si ritrovò ad essere uno dei luoghi piú importanti della storia moderna di Firenze . È qui che il bar dopo aver visto passare generazioni di sportivie tifosi, fu testimone della nascita degli Ultras Viola.
Accadde che un gruppo di amici, tifosi della Fiorentina, decise di identificarsi in un settore specifico dello stadio allora Comunale di Firenze rivendicando il proprio posto e la propria identità di tifosi viola innamorati della Fiorentina. Sono loro che diedero vita alla nascita della Curva Fiesole, quella che oggi tutti noi conosciamo e quando ci andiamo è come una mamma che ci attende sempre a braccia aperte. Fu un momento spontaneo che grazie ad una trasferta a Genova contro il Genoa (dopo violenti scontri con l’ appena formata Fossa dei Grifoni) vide l’unione d’un gruppo di ragazzi ritrovarsi sul treno al ritorno verso Firenze con alcuni di loro che di Firenze non erano, erano di Prato ma che al bar CoBa iniziarono ad andarci sempre più spesso.
Oggi che il bar non c’è più si è rischiato di perdere un pezzo di memoria importante di quei giorni, ma grazie alla volontà di quei ragazzi che facevano parte del gruppo degli Ultras del tempo, all’ ATF (Associazione Tifosi Fiorentini) e grazie al Comune di Firenze con l’assessorato alla toponomastica del Comune di Firenze ed a tutte le istituzioni è stato possibile rendere eterno quel luogo con l’apposizione di una targa, posta a sua eterna memoria.
Oggi la storia è scolpita, non solo scritta e rivivrá ogni giorno, ogni istante in ogni momento, quando qualcuno passando proprio sotto quella targa avrà il piacere di fermarsi un istante e leggere le poche parole, capaci di mostrare un luogo di una città dove la storia nasce anonima da sempre giorno dopo giorno, per poter mostrarla con orgoglio a chiunque si trovi li per caso in quel momento. Poterla poi mostrarla anche per mano ai propri figli raccontando loro che cosa nacque lì in quel piccolo luogo che ancora oggi vive e vivrà per sempre. Una storia così importante ci lega da sempre e forse senza saperlo, quei ragazzi col loro amore per la Fiorentina diedero vita ad un legame eterno tra squadra e città rimasto vivo e che mai si spezzerà.
Nicola Biagi
Per le foto si ringraziano gli UV’73 e Piero Papini