Nell’arte rinascimentale italiana, uno dei nome che risplende con la maggiore intensità è quello di Raffaello Sanzio (1483-1520), celebre pittore e architetto italiano. Oltre alle sue straordinarie opere, il maestro ci ha lasciato una testimonianza preziosa della simbologia dei gioielli nel contesto della società rinascimentale.
Uno dei capolavori che ci offre un’istantanea di questa ricca simbologia è il “Ritratto di Maddalena Doni”, realizzato nel 1506. La donna raffigurata, appartenente alla nobiltà fiorentina, è vestita con abiti realizzati con tessuti pregiati e sfoggia gioielli di inestimabile valore. Tra essi, spicca un pendente in oro, arricchito da un rubino, uno smeraldo, uno zaffiro e una perla.
Questi elementi non sono casuali, ma sono intrisi di significati simbolici che affondano le loro radici nella cultura e nella tradizione dell’epoca. Il rubino, simbolo di passione e amore ardente, riflette la profonda connessione emotiva tra gli sposi. Lo smeraldo, invece, oltre a rappresentare la fertilità, evoca anche la purezza e la castità, incarnata dalla figura delicata e mitologica dell’unicorno che lo circonda.
Lo zaffiro, con il suo intenso colore blu, simboleggia la saggezza e la protezione divina, mentre la perla, emblema di purezza e innocenza, completa l’armoniosa composizione gioielliera. Insieme, questi elementi non solo adornano la gentildonna ritratta da Raffaello, ma raccontano anche una storia di amore, fedeltà e speranza per il futuro.
Attraverso il suo pennello magico, Raffaello ci regala uno sguardo privilegiato su un’epoca di straordinaria ricchezza culturale e artistica, in cui i gioielli non erano semplici ornamenti, ma veri e propri veicoli di significato e simbolismo.
Articolo a cura di Balocchi Firenze