Nell’Ordinamento europeo è stato introdotto nel 1996 il concetto di controllo e prevenzione integrata dell’inquinamento (Integrated Pollution Prevention and Control) ovvero IPPC. La convinzione che, l’approccio integrato debba essere il criterio cardine della prevenzione e del controllo ambientale, ha portato all’attuale Direttiva 2010/75/UE.
La direttiva IPPC prevede un nuovo approccio per la riduzione degli impatti ambientali delle emissioni industriali, attraverso la graduale applicazione di un insieme di soluzioni tecniche (impiantistiche, gestionali e di controllo) messe in atto per evitare o, qualora non sia possibile, ridurre, le emissioni di inquinanti nell’aria, nell’acqua e nel suolo, comprese misure relative ai rifiuti. Queste soluzioni tecniche sono le BAT (Best Available Technique) o in italiano MTD (Migliori Tecniche Disponibili).
La Direttiva inoltre definisce gli obblighi che le attività industriali e agricole ad elevato potenziale inquinante devono rispettare. Per queste attività viene istituita una procedura di autorizzazione e vengono fissate prescrizioni minime che devono figurare in ogni autorizzazione, in particolare per quanto riguarda le emissioni delle sostanze inquinanti. Si tratta di evitare o ridurre al minimo il rilascio di emissioni inquinanti nell’atmosfera, nelle acque e nel suolo, oltre ai rifiuti degli impianti industriali e delle imprese agricole per raggiungere un livello elevato di tutela dell’ambiente.
Gli impianti più rilevanti soggetti a questa normativa (per fare un esempio l’ILVA di Taranto) sono autorizzati direttamente dal Ministero della Transizione Ecologica (AIA statali), gli altri dalle regioni. I primi sono soggetti ai controlli da parte di ISPRA gli altri da parte delle agenzie regionali (Arpa) e delle province autonome di Trento e Bolzano (Appa) per la protezione dell’ambiente. ISPRA e le Arpa/Appa insieme costituiscono il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente (SNPA).
Secondo i dati presenti nel rapporto SNPA, risultavano complessivamente presenti nel 2021 a livello nazionale circa 6.500 impianti AIA, 136 statali e 6.326 regionali.
Complessivamente nel 2021 sono state effettuate 79 ispezioni ordinarie e 1 straordinaria negli impianti statali (complessivamente è stato controllato il 58% degli impianti) e 1.771 ispezioni ordinarie e 438 straordinarie in quelli di regionali (complessivamente è stato controllato il 28% degli impianti). Nelle 80 ispezioni effettuate nel 2021 nelle AIA statali sono state riscontrate 19 (24%) non conformità complessive (amministrative e penali).