Settant’anni fa ci lasciava Alcide De Gasperi, l’artefice della ricostruzione italiana. Fu Presidente del Consiglio per otto anni, in un periodo di aspre contese politiche. Andò a chiedere negli Stati Uniti un prestito da centinaia di milioni di dollari e fu ostile nei confronti delle dittature fasciste. Il centrosinistra nacque dieci anni dopo l’addio di De Gasperi al governo e nove anni dopo la sua morte e, come ha scritto Aldo Cazzullo, “in qualsiasi altro Paese al mondo De Gasperi sarebbe considerato per quello che fu: un uomo di centrodestra”. Ma la guerra delle parole, che ha caratterizzato il dopoguerra italiano, non ha consentito che ciò avvenisse. Scelse di trovare sistemazione come bibliotecario apostolico nel Vaticano. Importante fu il suo lavoro dopo la Seconda guerra mondiale per il riconoscimento della nazione nel mondo occidentale. Non è soltanto una giornata di ricordo per l’Italia, ma per tutta l’Europa. Non possiamo abbandonarci, non rappresentiamo né un partito né una nazione: siamo una civiltà in cammino, e le ragioni di civiltà non tollerano né arresti né abdicazioni. Non è stato soltanto un grande Presidente, ma un grande europeista e statista.