Vendemmia 2024: qualità eccellente ma quantità ridotta per il Chianti a causa della peronospora

Il presidente del Consorzio Vino Chianti, Giovanni Busi: “Produzione in calo, ma il vino sarà ottimo. Urge un rilancio del potere d’acquisto per stimolare i consumi”

 

La vendemmia 2024 del Consorzio Vino Chianti si prospetta come un’annata di alta qualità, nonostante una riduzione delle quantità prodotte a causa della peronospora. Giovanni Busi, presidente del Consorzio, ha spiegato che le aspettative iniziali di una vendemmia abbondante sono state ridimensionate, ma la qualità dell’uva rimane eccellente: “La vendemmia 2024 non sarà così ricca come qualcuno si aspettava. Il pieno carico non lo faremo, ma il vino è ottimo”.

La peronospora, un fungo che colpisce le vigne in fase vegetativa, ha avuto un impatto significativo, soprattutto nei mesi di maggio e giugno, riducendo la produzione. “I vigneti hanno dovuto fare i conti con numerosi attacchi che hanno danneggiato i grappoli e i singoli chicchi, causando una riduzione della produzione. Per fortuna, la peronospora non intacca la qualità dell’uva, quindi neppure quella del vino, che infatti si annuncia eccellente”, ha precisato Busi.

La raccolta delle uve inizierà la settimana prossima per i vini bianchi, in linea con gli scorsi anni. Anche se alcune zone hanno anticipato la vendemmia dei rossi a causa di stress idrico e disidratazione dei grappoli, il Chianti non rientra in questi casi.

Oltre ai problemi legati alla produzione, Busi ha sottolineato una questione più ampia che preoccupa il settore: il calo dei consumi. Già lo scorso anno si è registrato un decremento delle vendite del 20% e, sebbene sia ancora presto per fare previsioni sull’andamento di quest’anno, le premesse non sono incoraggianti. “Le giacenze di vino sono circa di un milione di ettolitri, in linea con gli altri anni. Il vero problema non sono le giacenze ma il fatto che i consumi siano in calo: se non si fanno politiche per ridare potere di acquisto alle persone, le vendite non ripartiranno”, ha concluso Busi.

Il settore vitivinicolo italiano, e in particolare quello toscano, si trova quindi a dover affrontare sfide complesse, con una produzione di altissima qualità ma con l’urgenza di trovare soluzioni per rilanciare un mercato in stagnazione.

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