Il 28 settembre 2023, la terza sezione penale della Corte d’Appello di Genova ha assolto con formula piena i giornalisti del *Secolo XIX*, Graziano Cetara e Umberto La Rocca, dall’accusa di diffamazione aggravata, in seguito a una querela sporta da Roberta Bruzzone. La sentenza, che pone fine a una lunga battaglia legale iniziata nel 2011, è definitiva, poiché la Bruzzone non ha presentato ricorso in Cassazione.
La vicenda trae origine da un articolo pubblicato il 29 ottobre 2011, in cui si mettevano in dubbio alcuni titoli di studio vantati dalla criminologa, tra cui una specializzazione mai conseguita in “bloodstain pattern evidence” a New York. L’articolo aveva suscitato reazioni contrastanti nel mondo della criminologia e della polizia, dando vita a un acceso dibattito.
Durante il processo, la difesa dei giornalisti ha dimostrato che le informazioni riportate nell’articolo erano basate su fonti attendibili e che vi era un interesse pubblico a discutere le questioni sollevate. La corte ha riconosciuto che i giornalisti hanno agito nell’esercizio del diritto di cronaca, senza intento diffamatorio, e ha assolto gli imputati con la formula “perché il fatto non sussiste”.
Questa non è la prima sconfitta giudiziaria per Roberta Bruzzone, nota per le numerose querele presentate contro professionisti e personalità di vari settori. Tra gli assolti figurano il Generale Luciano Garofano del RIS, l’avvocato Claudio Salvagni, difensore storico di Massimo Bossetti, e diversi giornalisti e politici. Le cause legali della Bruzzone hanno spesso suscitato clamore mediatico, ma si sono concluse frequentemente con assoluzioni per i querelati.
In un contesto giudiziario parallelo, Bruzzone è attualmente imputata a Roma per diffamazione aggravata in concorso con altre persone, tra cui suo marito Massimo Marino, dirigente di polizia, e la sua avvocata Serena Antonella Gasperini. Il processo, che coinvolge anche lo psicologo Antonio Bardini, riguarda l’accusa di aver leso l’onore e il decoro della criminologa cagliaritana Elisabetta Sionis. Inoltre, Bruzzone è stata recentemente indicata come testimone a favore di un pregiudicato recidivo, imputato per stalking ai danni della stessa Sionis e della figlia minorenne.
Tra coloro che hanno ottenuto una vittoria contro Roberta Bruzzone c’è anche l’avvocato Claudio Salvagni, noto per aver difeso il muratore Massimo Bossetti nel caso della morte di Yara Gambirasio. Salvagni, con una lunga carriera alle spalle, è considerato uno dei legali più preparati e determinati nel panorama italiano. La sua difesa di Bossetti è stata seguita con grande attenzione dai media e dal pubblico, rendendolo una figura centrale in uno dei processi più discussi degli ultimi anni. La sua vittoria in una querela avanzata dalla Bruzzone si inserisce in un percorso professionale caratterizzato da grande integrità e competenza.
Questa serie di assoluzioni pone un ulteriore interrogativo sulla frequenza delle querele presentate da Bruzzone e sulla loro effettiva fondatezza. Resta da vedere quale sarà l’esito dei processi ancora in corso, ma finora, i tribunali sembrano propendere per la tutela della libertà di stampa e del diritto di critica, riconoscendo l’importanza di un’informazione accurata e responsabile.
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